
PARETE. Un’altra vicenda giudiziaria colpisce la comunità scolastica di Parete. A distanza di un anno dalla condanna inflitta a una maestra 48enne per comportamenti scorretti nei confronti dei bambini dell’istituto privato “Il Giardino dell’Infanzia”, arriva ora una nuova condanna legata alla medesima inchiesta.
La protagonista di questo secondo filone è Lucia A., 31 anni, che secondo quanto ricostruito dalla Procura di Napoli Nord e dai carabinieri della stazione locale, avrebbe messo in atto, tra il settembre 2022 e il giugno 2023, pratiche educative ritenute profondamente lesive. L’accusa le contesta episodi in cui avrebbe reagito con aggressività nei confronti dei piccoli, colpendoli al volto, strattonandoli e usando gesti fisici ritenuti inappropriati, provocando nei minori ansia e malessere psicologico.
L’insegnante, rappresentata legalmente dall’avvocato Anna Savanelli, ha scelto di patteggiare la pena: 2 anni di reclusione, con sospensione condizionale legata all’obbligo di seguire un percorso terapeutico di sei mesi. Durante il procedimento, ha riconosciuto le proprie responsabilità e fornito certificazioni mediche che documentano un forte stato di esaurimento psico-fisico durante il periodo in cui sarebbero avvenuti i fatti. Attualmente risulta ancora in cura.
A tutela delle famiglie dei bambini coinvolti si sono costituiti parte civile gli avvocati Luciano Mariniello, Raffaele Vanacore, Luigi Schiavone, Patrizia Di Puorto e Umberto Elia.
Le indagini sono partite grazie all’intuizione e alla determinazione di una madre, insospettita dall’atteggiamento insolito del figlio di appena tre anni, che improvvisamente aveva sviluppato un forte rifiuto verso l’ambiente scolastico. La donna, desiderosa di capire cosa stesse accadendo, nascose un piccolo registratore tra gli indumenti del bambino. Le registrazioni raccolte furono poi consegnate ai carabinieri e risultarono decisive per l’apertura dell’indagine.
Pur in presenza della sentenza di condanna, la legge impone il principio della presunzione di innocenza fino a eventuale conferma definitiva della Cassazione.