
ORTA DI ATELLA. Finisce nel peggiore dei modi la terza edizione della “Sfilata dei Carri Allegorici ’25”, manifestazione che puntava a celebrare e rilanciare le tradizioni locali di Orta di Atella. La giornata conclusiva, in programma per domenica 4 maggio, è stata annullata a seguito della violenta rissa scoppiata nella tarda serata di sabato, quando i carri sono giunti in via Garibaldi. A scontrarsi sarebbero stati alcuni gruppi di bottari provenienti da Orta, Marcianise e Caivano.
Il sindaco Antonino Santillo ha firmato un’ordinanza urgente con la quale revoca “con effetto immediato” l’autorizzazione alla prosecuzione dell’evento. Alla base della decisione, il grave episodio di violenza e il clima di forte tensione tra i partecipanti. Secondo quanto ricostruito, lo scontro è nato per futili motivi e ha rapidamente assunto contorni preoccupanti, con il coinvolgimento di oggetti contundenti e almeno alcuni feriti che si sarebbero recati in ospedale.
“Alla luce del verificarsi dell’episodio e l’elevato rischio per la sicurezza pubblica – si legge nell’ordinanza – e ritenuto che la prosecuzione della manifestazione potrebbe comportare ulteriori pericoli per l’incolumità pubblica e l’ordine pubblico, si ordina l’annullamento della serata conclusiva prevista per il 4 maggio”.
La decisione è arrivata dopo l’intervento delle forze dell’ordine, necessarie per riportare la calma in una situazione degenerata in pochi minuti. L’evento, nato per celebrare l’arte popolare dei bottari, le percussioni rituali e lo spirito comunitario, si è invece trasformato in un’occasione di scontro, alimentando polemiche e delusione.
Per gli organizzatori e per la cittadinanza di Orta di Atella si tratta di un’amara sconfitta: l’evento avrebbe potuto rappresentare un momento di rilancio culturale e di coesione sociale. Invece, il bilancio finale è quello di un’occasione persa e di un territorio nuovamente segnato da episodi di violenza.
Le autorità si riservano ora di valutare eventuali provvedimenti nei confronti dei responsabili. Intanto, resta l’amarezza per una manifestazione interrotta bruscamente e per il danno d’immagine arrecato a un’intera comunità.