
CASERTA. A seguito dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Consiglio comunale di Caserta, disposto dal Consiglio dei Ministri lo scorso 18 aprile 2025, il Prefetto Lucia Volpe ha ufficialmente sospeso gli organi elettivi dell’Ente. Con provvedimento datato 22 aprile, la gestione del Comune è stata affidata a una Commissione Straordinaria composta dal Prefetto Antonella Scolamiero, dal Viceprefetto Daniela Caruso e dal Dirigente economico-finanziario Agostino Anatriello.
Il provvedimento, in attesa del decreto definitivo di scioglimento da parte del Presidente della Repubblica, resterà valido per un massimo di 60 giorni. L’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) prevede infatti la possibilità di sciogliere un’amministrazione comunale quando emergano concreti elementi di collegamento tra la criminalità organizzata e l’attività politico-amministrativa.
Il caso di Caserta riporta al centro dell’attenzione il fenomeno delle infiltrazioni mafiose negli enti locali, un tema ricorrente nella provincia e in tutta la Campania. In passato, altri Comuni del casertano sono finiti sotto la lente d’ingrandimento per analoghe situazioni. Tra i più noti, Castel Volturno, Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa, dove le indagini hanno spesso evidenziato legami tra amministratori locali e clan camorristici.
Lo scioglimento del Comune di Caserta rappresenta un duro colpo per l’immagine dell’amministrazione cittadina, che negli ultimi anni aveva cercato di promuovere iniziative di legalità e trasparenza. Tuttavia, secondo le relazioni delle forze dell’ordine e della Direzione Distrettuale Antimafia, sarebbero emerse gravi ingerenze da parte della criminalità organizzata nella gestione degli appalti pubblici e nelle assunzioni.
La Commissione Straordinaria avrà ora il compito di ristabilire condizioni di legalità e garantire il regolare funzionamento dell’Ente in vista di nuove elezioni amministrative.