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Interrompe lo sciopero della fame dopo un mese per problemi di salute

Casal di Principe. Pasquale D’Agostino. dopo ventinove giorni di sciopero della fame, ha interrotto per gravi problemi di salute dopo che il movimento degli allevatori, riunito in due incontri nei giorni nei giorni scorsi, è intervenuto con forza per chiedergli di interrompere questa forma di mobilitazione,

“A Pasquale, allevatore Casertano che ha condotto una forte e determinata iniziativa per accompagnare la richiesta del movimento rivolta al Governo Nazionale di avere una risposta alla richiesta degli allevatori e dei loro alleati e sostenitori di mettere in atto gli impegni assunti dalla politica nel confronto con gli allevatori, va il nostro più sentito grazie. Ventinove giorni passati mangiando solo un cappuccino alla mattina e bevendo acqua con l’aggiunta di sali minerali, tre interventi diversi dei sanitari per sostenere le funzioni vitali, sono un sacrificio grande segno di determinazione e coerenza che indichiamo ai cittadini di questo Paese come esempio di dirittura morale e civile che certifica l’impegno degli allevatori a rivendicare soluzioni degni in nome degli interessi collettivi alla giustizia ed alla trasparenza. Così, pure, il sacrificio di Sebastiano Lombardo in Sicilia, in sciopero della fame per 21 giorni dal 18 ottobre, è un esempio che spazza via le provocazioni interessate e strumentali di chi ha giocato in questi anni con la vita e la dignità degli allevatori dipingendoli come responsabili del fallimento dei Piani di eradicazione della BRC e della TBC in Campania, in Sicilia e nelle altre regioni meridionali. La verità è sotto gli occhi dell’opinione pubblica e dei decisori politici: la elaborazione e la gestione dei Piani di eradicazione è responsabilità dei servizi sanitari regionali e delle istituzioni che, oltre ogni ragionevole dubbio, farebbero bene a prendere atto del loro fallimento certificato dai numeri oramai di patrimonio pubblico e le istituzioni assumano la responsabilità del cambiamento necessario e inevitabile”

Cosi il Coordinamento della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio che, ringraziando Pasquale D’Agostino che al suo XXVIIII giorno interrompe lo sciopero della fame, e sottolineando che altri continuano (Adriano Noviello, presidente dell’Associazione di Tutela dell’Allevamento della BUfala Mediterranea è al suo nono giorno di sciopero della fame a Caserta mentre Antonio Rizzo, allevatore siciliano, è al suo quarto giorno di sciopero della fame ad Acireale), annuncia che domani 17 novembre 2023 alle ore 15, terrà una Conferenza Stampa on line (https://facebook.com/altragricoltura) per annunciare le ulteriori iniziative che a partire dai prossimi giorni saranno messe in campo per ottenere dal Governo nazionale una risposta risolutiva alla richiesta degli allevatori di dare seguito alle sollecitazione che nei mesi scorsi sono state prodotte dai parlamentari, dai partiti e dai sindaci di mettere in campo il cambiamento nominando un commissario nazionale per risolvere i problemi della brucellosi e della tbc negli allevamenti delle regioni meridionali che stanno contribuendo ad affossare le aree pastorali e allevatoriali accelerando in maniera irresponsabile la loro crisi.

“Certo” commenta Fabbris, portavoce della rete Interregionale “è amaro e siamo fortemente perplessi di dover prendere atto che l’anno scorso ho dovuto personalmente fare uno sciopero della fame di diciassette giorni chiedendo di poter incontrare il Presidente della Regione Campania e i Ministri dell’Agricoltura e della Sanità del tempo con l’On.le Roberto Speranza e il Dott. De Luca che non si sono degnati di una risposta (solo il Ministro Patuanelli ci incontrò pur se non assunse alcun impegno concreto). Oggi, gli allevatori tornato in sciopero della fame, due di loro lo fanno per 21 e 29 giorni mentre altri lo stanno facendo da da circa dieci giorni, chiedendo che il Ministro Schillaci e la Presidente Meloni diano delle risposte agli impegni che intanto la politica da oltre un anno ha assunto e, ancora, non abbiamo risposte. Cosa o chi tiene bloccata la politica? Cosa altro devono fare gli allevatori che per oltre due anni hanno posto le questioni in maniera civile le questioni al Parlamento Europeo, al Governo Nazionale, a quelli Regionali, al Parlamento della Repubblica per avere una risposta?”

Conclude Fabbris: “Sappiamo che tanta parte della politica ha capito e che si sta impegnando per una soluzione a destra come a sinistra, come è giusto che sia dal momento che le questioni che gli allevatori stanno ponendo sono irrisolte in almeno trent’anni e, dunque, chiamano in causa direttamente o indirettamente la responsabilità di tutto lo schieramento politico che ha lasciato irrisolti nodi che non possono più rimanere senza risposte. Siamo fiduciosi che, finalmente, la politica metta in campo il suo lato migliore e, dunque, responsabilmente metta in campo le soluzioni di interesse di tutti i cittadini meridionali e del Paese. Noi, ad ogni modo, siamo determinati. La mobilitazione si fermerà solo se avremo risposte e nei prossimi giorni, in assenza di certezze, non potrà che estendersi”