Santa Maria Capua Vetere. Al processo per le violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, in corso all’aula bunker del carcere, scorrono le immagini di alcuni agenti penitenziari che difendono reclusi o prendono addirittura manganellate dai colleghi muniti di casco e mascherina.
Le immagini fanno parte del materiale video depositato dalla Procura ma che non erano state ancora mostrate nelle tre udienze delle settimane scorse – il 10, 17 e 24 maggio – in cui i pm Alessandro Milita, Daniela Pannone e Alessandra Pinto hanno esaminato il sottufficiale dei carabinieri Vincenzo Medici, colui che ha visionato le immagini e operato i riconoscimenti degli agenti subito dopo i fatti. Su un totale di oltre 70 ore di immagini estrapolate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere dalle telecamere interne del carcere, Medici ha operato una sintesi proiettando un video di tre ore e mezza, in cui, per sua stessa ammissione, ha “eliminato i tempi morti”, escludendo, come fatto notare dall’avvocato di uno degli agenti imputati, le immagini a discarico dei poliziotti.
Peraltro lo stesso Medici nell’udienza del 17 maggio aveva fatto i nomi di oltre dieci agenti riconosciuti tramite le immagini ma per i quali non sono emerse condotte violente, pur essendo imputati. Quelle condotte non violente non sono però state mostrate. E così oggi, in sede di controesame, qualche difensore ha mostrato le immagini da cui emerge la volontà di alcuni agenti, soprattutto quelli che il 6 aprile 2020 erano già in servizio al carcere casertano e agirono a volto scoperto, a differenza dei colleghi delle carceri di Secondigliano e Avellino che arrivarono muniti di caschi, mascherine e manganelli, i più violenti, molti dei quali non ancora riconosciuti dalla Procura.