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Battute finali per il processo bis alla gang dello spaccio del ras Alessio Biondillo

San Felice a Cancello. Siamo alle battute conclusive del processo di appello dei Sazioni, il gruppo del narcotrafficante Alessio Biondillo, stanato nel luglio del 2021. Verso la metà di maggio dovrebbe esserci la sentenza di secondo grado. In settimana una delle ultime udienze, c’era anche qualche imputato in aula.

Il primo grado

Più di tredici anni con rito abbreviato per il 45enne di via Ponte Trave, confermata di fatto la richiesta iniziale del pm. Nove per il luogotenente del Botteghino Lucariello Affinita. Scagionato dall’accusa di associazione il Messi di Forchia, Clemente Saccavino che si beccò  la condanna più leggera, 4 anni.

  • Alessio Biondillo condannato a 13 anni e 4 mesi (la richiesta era di 14 anni di reclusione) 44 anni San Felice a Cancello, via Ponte Trave, alias ‘o Sazione detenuto a Santa Maria Capua Vetere
  • Luca Affinita 9 anni(La richiesta era 8 anni e 8 mesi) , 39 anni, San Felice a Cancello, Ponti Rossi, alias Lucariell detenuto a Santa Maria Capua Vetere
  • Francesco Buono 6 e 8 mesi (La richiesta era 8 anni); 29 anni di Airola (Bn) alias Ciccio detenuto a Poggioreale
  • Di Caprio Andrea  anni 6 (La richiesta era 6 anni e 8), 41 anni di San Felice ma residente a Santa Maria a Vico, alias capa di bomba detenuto ad Avellino
  • Patrizio Fruggiero 6,8 anni(La richiesta era 8 anni) 37 anni di San Felice frazione Talanico, alias ‘o Principe e the specialist detenuto a Benevento
  • Salvatore Napolitano 6 anni, (La richiesta era 6 anni e 8 mesi), 44 anni di San Felice, Ponti Rossi, alias ‘o meccanico detenuto a Benevento
  • Clemente Pelaggi  7,4 anni (La richiesta 8 anni e 8 mesi); 40 anni di Arienzo, alias ‘o reuccio di Capodiconca detenuto a Secondigliano
  • Clemente Saccavino 4 anni e assolto dall’accusa di associazione (La richiesta 7 anni), 39 anni di Forchia, detto Messi, detenuto a Secondigliano

 

Questi rispondevano di associazione, dediti all’uso di sostanze stupefacenti, al fine di compiere attività d’acquisto, detenzione ai fini di spaccio: hashish, marijuana, cocaina e crack, con divisioni di compiti e funzioni.

Le indagini coordinate dalla DDA di Napoli sono state eseguite con importanti riscontri dagli uomini del nucleo operativo della compagnia di Maddaloni, diretto dal tenente Raffaele Di Donato. Si va dalla primavera fino all’inizio dell’autunno 2019.

 

I ruoli

N.B. cliccando su ogni nome compare un articolo di profilo dell’imputato

Alessio Biondillo: Il capo e la mente della gang, è stato latitante per quasi 5 settimane, prima di consegnarsi, il 23 agosto. E’ un narcotrafficante di droga da sempre, una tradizione familiare. Nel periodo a cui si riferiscono le indagini guardava con sospetto al ritorno dei sammarchesi.

Luca Affinita: E’ l’assistente più vicino ad Alessio Biondillo, suo fedelissimo e vice da anni, esperto nel confezionamento e in generale degli stupefacenti.

Francesco Buono: Referente della gang per la zona caudina, l’importantissima piazza di Airola. Di Caprio si era messo in testa che voleva lavorare per lui.

Patrizio Fruggiero: The specialist nel manipolare la droga e nel riconoscere la qualità. Mostra insoddisfazione per quella vita che non gli piaceva più. Gli studi interrotti.

Salvatore Napolitano: Il meccanico della conosciuta famiglia che si occupa di un’importante officina e dell’assistenza stradale. Mette a disposizione l’officina come deposito per conservare i carichi nella disponibilità di ‘o Sazione, da cui prende un fitto mensile. Finito nel vortice e in difficoltà economiche, si fa regalare droga per venderla. Un disastro.

Clemente Pelaggi: Il referente di Arienzo storico del gruppo dei sazioni, spacciatore incallito nel suo eremo di Capodiconca. Arrestato più volte.

Clemente Saccavino: referente per la zona di Forchia ed Arpaia, uno che ha sempre fatto questo, ma si riforniva anche da altri, è il Messi della droga.

Andrea De Caprio: Assistente e corriere di Alessio Biondillo, gradualmente si prende anche un suo spazio e vende ad alcuni clienti in proprio. Era il tuttofare, il jolly, mostra segni di insofferenza anche nei confronti dei sazioni, è l’elemento chiave dell’inchiesta. I carabinieri di Maddaloni gli piazzano la cimice nella sua Citroen e incastrano tutti.