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Mozzarella del clan, chieste 4 condanne: c’è il figlio del boss

 

 

CASAL DI PRINCIPE. E’ giunto alla requisitoria il processo sul business dell’imposizione della mozzarella gestito dal clan Schiavone.

Il pm della Da ha invocato 4 condanne: chiesti 7 anni e 7 mesi per Walter Schiavone, figlio di Sandokan e da poco collaboratore come il fratello Nicola; 13 anni per Armando Diana; 12 anni per Antonio Bianco; 3 anni e 8 mesi per Nicola Baldascino.

Il processo si sta celebrando con rito abbreviato. A fine mese sono previste le arringhe difensive e poi la sentenza.

L’indagine

Secondo la Dda gli indagati, agendo tramite le società “Bianco Latte” s.r.l. e “I Freschissimi” s.r.l.s., facenti capo a Schiavone Walter e gestite da fiduciari o prestanome, obbligavano vari titolari di caseifici della penisola sorrentina a rifornire in via esclusiva di prodotti le società dello Schiavone per la successiva distribuzione, impedendo, dunque, alle predette aziende di avere rapporti con altri distributori e garantendosi  una posizione di illecito predominio nella distribuzione dei prodotti caseari nel comprensorio aversano, con il connesso pregiudizio alla libera concorrenza nel settore di mercato in esame. Gli imprenditori sottoposti alle vessazioni del gruppo Schiavone venivano altresì costretti con condotte estorsive a non riscuotere crediti per decine di migliaia di euro, derivanti dalle pregresse forniture, nonché a vendere i propri prodotti a prezzo ribassato.

Infine, la commercializzazione avveniva in maniera occulta, eludendo il sistema di tassazione fiscale imposto, cioè senza che i marchi “I Freschissimi” e “Bianco latte” comparissero nella documentazione contabile consegnata ai rivenditori al dettaglio. Le entrate delle suddette attività illecite venivano rendicontate dagli indagati con cadenza settimanale direttamente a Walter Schiavone, nonostante questi fosse sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altro procedimento.