CASAPESENNA. E’ emersa anche una visita in Comune nell’inchiesta che in settimana ha portato all’arresto dei Nobis e di Cantiello.
Stando a quanto evidenziato dall’ordinanza Aldo Nobis, fratello del boss Salvatore detto “Scintilla” si sarebbe presentato al Municipio di Casapesenna dicendo che da oggi avrebbe raccolto lui gli oli esausti.
In realtà Nobis non avrebbe mai ricevuto alcun incarico dall’Ente, come poi evidenziato anche dal sindaco De Rosa. A raccontare la circostanza della visita di Nobis è stato un dipendente comunale che lavora all’isola ecologica al quale però il fratello di “Scintilla” disse il contrario, sostenendo di aver stipulato un contratto col Comune.
Le minacce al rivale
Nel corso dell’inchiesta sono emerse le minacce al dipendente della Sae, società casertana di smaltimento degli oli esausti, il cui titolare è stato vittima di un boicottaggio architettato da un imprenditore rivale che, secondo la DDA di Napoli, si è rivolto ad elementi di spicco della mafia casalese per impossessarsi dei suoi 140 clienti ed estrometterlo così dagli affari. Il dipendente della Sae che ha ricevuto le minacce, malgrado avesse veramente bisogno di lavorare per mantenere la sua famiglia (ha moglie e due figli), chiese addirittura di essere licenziato per poi essere spostato in altre zone del Casertano; ma a Casal di Principe non c’è voluto più tornare per il grande spavento preso.
Ad avvicinarlo fu Aldo Nobis, 52 anni, fratello di Salvatore Nobis, detto “scintilla”, per gli inquirenti, elemento di spicco del clan dei Casalesi e in particolare uomo di fiducia dell’ex superboss Michele Zagaria, e Vincenzo Cantiello, 56 anni, anche lui elemento di spicco della cosca, fratello di Salvatore (altro boss da anni al 41bis), già destinatario nei giorni scorsi di un arresto in carcere, in quanto ritenuto dalla DDA, il killer di Pasquale Santagata, assassinato a Castel Volturno nel 1988. Il provvedimento di carcerazione è stato notificato anche a Giulio Nobis, 27 anni, figlio di Salvatore e nipote di Aldo. Insieme con i tre risulta indagato un imprenditore di 50 anni che per gli investigatori avrebbe assoldato Aldo Nobis per fare concorrenza alla vittima a “colpi” di minacce e non solo, ed estrometterlo così dal lucroso affare della raccolta e reimmissione sul mercato degli olii esausti rigenerati.
Secondo quanto emerso dalla indagini, Aldo Nobis, dopo avere coinvolto anche esponenti di spicco del clan, insieme con il nipote Giulio, ha aggredito e picchiato a Casapesenna l’imprenditore rivale del suo committente che si era permesso di violare il divieto di esercitare la sua attività nei tre comuni del Casertano da sempre roccaforti del clan (Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d’Aversa). L’imprenditore vittima ha denunciato tutto ai carabinieri, raccontando di come l’azienda rivale, grazie al sostegno del clan, sia riuscita a soffiargli decine di clienti, tra cui molte pizzerie, ristoranti e attività alimentari; i clienti avevano paura della caratura criminale di Nobis e Cantiello, e peraltro quest’ultimi – è emerso – non esitavano ad entrare nelle attività e ritirare arbitrariamente gli oli esausti.