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La dirigente del Pd Marra: “Cancellazione dei consigli provinciali va completata”

Caserta. La casertana Nadia Marra, dirigente provinciale del Pd, esprime sulla idea sulle Provinciali, in netta controtendenza su quanto si era detto sabato scorso in occasione della presentazione del candidato alla provincia, Antonio Mirra, dove per altro la suddetta era presente nelle prime file.

Lo stesso Piero De Luca si era espresso per il ritorno alle Provinciali di un tempo.

Queste le parole della Marra:

“Tornare all’elezione diretta dei rappresentanti  provinciali è  un ritorno indietro che non è ormai più al passo con i tempi.Come non lo è l’esistenza stessa del consiglio provinciale. 

Visto anche che il taglio dei parlamentari prevede che sia loro attribuita rappresentanza per circoscrizioni interprovinciali.

Non è questione di posti, non è questione di quantità di persone, ma, se proprio vogliamo è questione di qualità delle persone (rappresentanza istituzionale).

Le competenze provinciali sono ormai ristrette a pochi temi: ponti,  strade, scuole.

Mentre il futuro delle decisioni territoriali e della politica non può rimanere nei campanilismi provinciali.

 

Pianificazione urbana

 

La pianificazione urbana, ad esempio, va già in questo senso, in altre parti d’Italia, con i piani urbanistici intercomunali.

Per non parlare dell’idea delle macroregioni da alcuni lanciata già da tempo. 

Bisogna uscire dai confini geografici per una visione e gestione amministrativa complessa e olistica. Le decisioni di lungo periodo devono travalicare necessariamente i limiti comunali e quindi anche le geografie delle province. 

Rimangono amministrativamente i comuni e le regioni, con a guida classi dirigenti competenti e preparate, a gestire il tutto e poi il governo centrale.

Competenze

 

Le competenze provinciali possono essere risolte in commissioni apposite per temi: strade, scuole, ponti.

Dove ci sia un rappresentante o più per provincia ed essere collegate a quelle regionali.

La rapidità con cui oggi possono comunicare i vari livelli amministrativi (si tenga conto dei vantaggi dati dalla velocità della digitalizzazione della Pa)  non richiede più il livello provinciale.

E, quindi, credo che la cancellazione dei consigli provinciali vada completata e non invece tenuta come aggravio di impegni per amministratori locali, sindaci e consiglieri, che rischiano solo di togliere tempo e attenzione al proprio ruolo e al proprio territorio (tenuto conto anche delle responsabilità che questi ruoli comportano).

Si abbia il coraggio di andare avanti e non di pensare e di chiedere sempre di tornare indietro.
Indietro non si torna!”.