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Il tesoro dei Casalesi in carburante e legname, 48 in cella. I PRIMI NOMI

 

AGRO AVERSANO. Emergono i primi dettagli sulla maxi operazione scattata questa mattina in tre province contro i colletti bianchi del clan dei Casalesi.

(Associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio a vantaggio del clan dei Casalesi: è il reato che viene contestato alle 63 persone, domiciliate tra le provincie di Napoli, Caserta e Salerno, ritenute coinvolte nel maxi riciclaggio di denaro, oltre 100 milioni di euro, compiuto attraverso sistematiche e ingenti frodi fiscali. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, con i Comandi Provinciali della Guardia di finanza di Napoli, Caserta e Salerno, hanno notificato 63 provvedimenti cautelari del gip di Napoli emessi su richiesta della DDA partenopea. Per 48 persone è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

Nell’operazione sono stati impegnati circa 200 uomini delle fiamme gialle: monitorati in particolari i settori dei carburanti e del legname dove i colletti bianchi del clan hanno investito ingenti flussi di denaro secondo l’Antimafia. Monitorato in particolare un sistema di fatture false e bonifici da 100 milioni di euro che ha coinvolto in totale 33 società. Dall’altra parte sono stati individuati i collegamenti con le cellule ancora attive del clan, incaricate di far arrivare soldi alle famiglie dei detenuti.

Nell’indagine è stato coinvolto anche Giuseppe Guarino, cognato di Giacomo Capoluogo (estraneo all’inchiesta); quest’ultimo è il fratello di Maurizio, ora libero dopo una condanna per camorra. Gli arresti sono scattati tra Aversa, Caserta, Casapesenna, San Marcellino, Trentola Ducenta e Parete. La finalità mafiosa è contestata in riferimento alla cosca degli Zagaria.

Tra gli indagati anche Luigi Austero, Salvatore De Martino, Francesco Pignatiello, Nicola Aulisio, Giovanni Rinaldi, Giovanni Mignano e Youssef Christian Hathrouby.