Casal di Principe. I colpi di pistola che ieri sera hanno colpito una porta finestra del bene confiscato denominato di “Casa don Diana”, a Casal di Principe , sarebbero stati esplosi da un immobile attiguo, anch’esso confiscato alla camorra, e in procinto di essere affidato per il riutilizzo sociale. E’ quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, che hanno accertato che si trattava di proiettili sparati da una pistola a gas; quattro hanno colpito la porta finestra situata al primo piano di Casa Don Diana, altri quattro hanno mancato il bersaglio.
“Un gesto di estrema gravità, che immediatamente qualcuno definisce ‘una ragazzata’” dice Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, che due giorni fa si è dimesso per protestare contro la demolizione di una casa abitata da due famiglie indigenti con quattro bimbi. “Casa don Diana – prosegue – è simbolo dei processi di riscatto di questa Città; prima la mostra degli Uffizi, a dare il segno della rinascita, e poi le centinaia di iniziative per la legalità, ma anche per la cultura, per i giovani. Quel luogo è oramai punto stabile di riferimento di decine di organizzazioni sociali”.
Casa Don Diana, intitolato al prete ucciso dalla camorra nel 1994, è sede del Comitato don Diana, e ogni anno ospita migliaia di ragazzi provenienti da tutta Italia. “Ai ragazzi dico di non aver paura e continuare a venirci a trovare per apprendere come è possibile riutilizzare beni confiscati per fini sociali e culturali” dice Salvatore Cuoci, coordinatore del Comitato Don Diana, associazione che gestisce numerosi beni confiscati, e che porta avanti il messaggio di riscatto e speranza di don Peppe Diana. I colpi, è emerso dagli esami balistici realizzati dai carabinieri, sono stati esplosi da un bene confiscato situato a fianco Casa Don Diana; si tratta di un immobile per il cui riutilizzo il Comitato Don Diana ha aderito alla manifestazione di interesse pubblicata dal Comune di Casal di Principe. Al momento dalle indagini non sono emersi elementi che portano verso un attentato di matrice camorristica, magari un segnale o un avvertimento, ma l’attenzione è alta.
“I colpi esplosi ieri sera ci preoccupano – prosegue Cuoci – ma soprattutto per il momento in cui accadono: a Casal di Principe sembra si stia creando un vuoto, con le dimissioni del sindaco Renato Natale per la grave e ingiusta vicenda degli abbattimenti di case abitate da gente non abbiente, abbattimenti che sono partiti proprio nella giornata di ieri. Un vuoto anche di fiducia verso le istituzioni. Sappiamo che qualcuno, come la camorra, potrebbe pensare di colmare questi spazi lasciati liberi. Da parte nostra faremo il massimo perché non accada, e continueremo a portare avanti nelle terre di don Peppe Diana esempi virtuosi di gestione dei beni sottratti ai clan”.