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Case a luci rosse e guida al sesso, ribaltone per 4

 

AVERSA/ORTA DI ATELLA/GIUGLIANO. Ribaltone per quattro indagati nell’inchiesta sulle case a luci rosse. Nella giornata di ieri il gip Coppola del tribunale di Napoli Nord ha accolto le istanze degli avvocati Nello Sgambato e Luigi Marrandino, revocando gli arresti domiciliari nei confronti di quattro.

Tornano liberi Lucio Giallaurito, Flora Amico, Raffaella Amico e Luisa Esposito, coinvolti nell’inchiesta che portò agli arresti dello scorso 3 giugno: gli indagati, residenti tra Caivano e Giugliano, sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento, favoreggiamento e induzione alla prostituzione.

 

L’indagine

Le indagini, iniziate a seguito di una segnalazione pervenuta nell’agosto 2019 e relativa all’esistenza di una abitazione utilizzata per l’esercizio della prostituzione, sono state condotte anche attraverso attività tecniche di intercettazione audio e video, nonché mediante il monitoraggio delle autovetture in uso agli associati. In tal modo è stato possibile delineare un grave quadro indiziario a carico dei predetti indagati, consentendo di ricostruire l’intera organizzazione criminale dedita allo sfruttamento delle prostitute collocate all’interno di abitazioni situate nelle Province di Napoli e Caserta, precisamente nei Comuni di Melito di Napoli, Giugliano in Campania, Napoli, Aversa, Orta di Atella, Gricignano di Aversa. I fini dell’associazione sono stati perseguiti dagli indagati attraverso una precisa diversificazione dei ruoli. Le due sorelle avevano il ruolo di promotrice ed organizzatrice dell’associazione.

Assistenza telefonica e web

Gli associati gestivano i proventi della prostituzione lasciando alle prostitute solo la quota individuata come alle stesse spettante, quantificata nella misura del 50% del guadagno complessivo. Le due sorelle coordinavano l’attività degli altri partecipi, ognuno con compiti ben precisi, tra i quali quelli finalizzati a raggiungere un maggior numero di clienti mediante pubblicazione di annunci online, quello di offrire supporto tecnico alle prostitute per migliorare le immagini abbinate ai profili presenti nei vari annunci, quello di fornire indicazioni circa le più efficaci modalità di approccio telefonico col cliente in modo da far divenire sempre più assidue le visite dei clienti stessi presso le abitazioni. Ancora, uno degli associati curava il periodico spostamento delle prostitute da una casa all’altra e vigilava presso una delle abitazioni per evitare che potessero insorgere problematiche con la clientela.

Le prostitute, tutte di nazionalità straniera, venivano collocate dagli associati all’interno degli immobili di volta in volta reperiti per essere destinati all’attività illecita ed attrezzati proprio per le esigenze legate al meretricio. A seconda della tipologia di prestazione richiesta e della zona di provenienza del cliente. quest’ultimo veniva indirizzato, principalmente dalle due sorelle, verso l’una o l’altra abitazione. Quando il cliente non conosceva sufficienza la zona da raggiungere gli venivano fornite, a mezzo telefono, dettagliate informazioni utili a consentirgli di raggiungere l’abitazione ove avrebbe dovuto incontrarsi con una o più donne dedite alla prostituzione.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono state disposte ed eseguite perquisizioni anche presso quattro abitazioni ancora adibite a case di prostituzione, al fine di acquisire ulteriori elementi di prova e porre fine all’attività illecita accertata.