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NOME E DETTAGLI. Dia in azione, ecco chi è l’imprenditore coinvolto: era stato condannato con la sorella del boss

 

L’AGGIORNAMENTO

CASERTA/CASAPESENNA. Titoli finanziari del valore di quasi due milioni di euro sono stati sequestrati dal personale della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ad un imprenditore edile del Casertano, Raffaele Donciglio, ritenuto vicino al clan dei Casalesi, in particolare alla fazione guidata da Michele Zagaria. Donciglio è stato condannato nel settembre 2020 con sentenza definitiva emessa dalla Cassazione a sette anni di carcere in appello perché riconosciuto colpevole di aver ottenuto e gestito, grazie alla contiguità con il boss Zagaria, appalti all’interno dell’azienda ospedaliera di Caserta; con Donciglio è stata condannata alla stessa pena anche Elvira Zagaria, sorella del boss Michele Zagaria.

 

Erano stati proprio gli investigatori della Dia a condurre l’indagine che aveva accertato l’operatività del clan Zagaria all’interno dell’ospedale di Caserta, in cui gestiva in regime di quasi monopolio il sistema degli appalti; indagini coordinate dai magistrati napoletani della Dda, che avevano portato a 24 arresti nel gennaio 2015 e allo scioglimento per due anni dell’azienda ospedaliera casertana. Già nel 2015 e nel 2020, al costruttore Donciglio erano stati sequestrati e confiscati beni; oggi è sopraggiunto per l’imprenditore un nuovo sequestro di titoli, disposto dalla sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere su proposta congiunta della Procura della Repubblica di Napoli e del Direttore della Dia.

 

IL PRIMO LANCIO

CASERTA/CASAPESENNA. La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Napoli e del Direttore della DIA, nei confronti di un imprenditore edile della provincia di Caserta.

 

Le indagini svolte dalla DIA sul destinatario dell’odierna misura, delegate dalla Procura della Repubblica di Napoli, hanno consentito non solo di ricostruire il suo assetto patrimoniale, ma anche di delineare la sua “pericolosità qualificata”, derivante dai rapporti emersi con il clan dei casalesi, fazione Zagaria, nel delicato e strategico settore della gestione degli appalti all’interno dell’Azienda Ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta.

 

La relativa inchiesta giudiziaria, per la quale l’interessato era stato condannato nel 2019 dalla Corte di Appello di Napoli alla pena di sette anni di reclusione, aveva accertato la piena operatività del citato clan all’interno della struttura sanitaria, facendo emergere una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare con appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria, che garantiva il controllo e la gestione, in regime di assoluto monopolio, degli appalti e degli affidamenti diretti di lavori all’interno dell’ospedale casertano.

 

Già tra il 2015 ed il 2020 i beni accertati nella disponibilità di imprenditore venivano raggiunti dai decreti di sequestro e confisca emessi dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere, su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli. L’odierno decreto di sequestro ha interessato titoli finanziari per un valore complessivo in oltre 2 milioni di euro, riscontrati all’esito di recente attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli ed eseguita dalla DIA, nella disponibilità del suddetto imprenditore ed accumulati nello stesso periodo in cui è documentata la sua adesione al sodalizio casalese.