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Intervista ai due atleti casertani della Nazionale di Sitting Volley Azzurro 2020

Di 3 Novembre 2020Novembre 4th, 2020Attualità, S.M.C.V. e Capua/Agro Caleno

Sparanise. Questa mattina passeggiando per le vie della cittadina di Sparanise ho avuto l’occasione di incontrare e intervistare due ragazzi che hanno partecipato alla Nazionale di Sitting Volley Azzurro 2020, emozioni allo stato puro nel descrivere i loro stati d’animo, un sogno che è diventato realtà per Giovanni Mandara classe 86 originario di Sparanise e Paolo Mangiacapra classe 91 di Cesa .

 

Due ragazzi distanti 50 km uniti dalla stessa passione che gli ostacoli della vita non sono riusciti a svanire nei loro cuori che battendo all’unisono sono riusciti a creare un forte legame nato su un campo da gioco, insieme ad altri ragazzi che come loro sono riusciti ad abbattere gli stereotipi e mettersi in gioco davanti ad una nazione intera.

 

Tutto ebbe inizio un giorno come tanti al suono del campanello  e alla consegna della posta che comunicava ai due da parte della “Federazione Italiana di Pallavolo”  su segnalazione del Tecnico Federale “Emanuele Fracascia” che li convocava  per la formazione della “Squadra Nazionale Maschile di Sitting volley” insieme ad altri 11 atleti.

 

Ma che cos’è questo sport  per molti sconosciuto “Sitting volley”?

Nel 2012 quasi nessuno conosceva l’esistenza di questa disciplina oggi tutti ne conoscono la fama, ma per sapere i dettagli ce lo facciamo spiegare proprio dai due Atleti che ho avuto il piacere di intervistare pochi minuti fa.

 

 

Buongiorno ragazzi, bentornati dalla vostra incredibile avventura , inizierei con il chiedervi chi è che l’ha vissuta per la prima volta chi invece è ritornato ancora una volta con il batticuore in mezzo a quel campo. Volete raccontarci questa vostra esperienza?

Paolo Innanzi tutto buongiorno e grazie per esserti interessata a noi e al sitting volley. Ritornare in campo e sempre  bello e il luogo dove tutto di sembra concesso dove scarichi l’adrenalina il nervosismo dove sei felice dove ti emozioni e dove a volte ci resti male ma è normale  si vince e si perde ma è bellissimo farne parte come in ogni sport.

Giovanni  Mi associo alle parole di Paolo, ritornare in campo è sempre una sensazione soprattutto quando il tuo cuore batte per quella palla. Per me non è stato facile stare lontano da ciò che definisco essere una parte della mia vita, quindi ti lascio immaginare la mia emozione e la mia gioia ritornando in campo a giocare. Sembrava come se il tempo non si fosse mai fermato, ho ancora i brividi.

 

 

Sitting Volley azzurro, un sogno che è diventato realtà: nel 2012 quasi nessuno conosceva l’esistenza di questa disciplina vuoi spiegarci in breve in cosa consiste?

Paolo. io faccio parte della Nazionale Italiana dal 2014, ma giocavo in un club Up Volley dove questa disciplina già si era affermata.

Il sitting per un amputato è una fonte di risimbolizzazione, diventando un rifiuto all’emarginazione. Questo sport simboleggia la pallavolo adattata ai diversamente abili, le regole sono le stesse, cambiano le misure del campo e l altezza della rete questo è dovuto poiché giochiamo seduti e non in piedi

Giovanni.  Io posso spiegartela in parole più semplici. Per me il sitting è l’equivalente della pallavolo. Ma si pratica seduti a terra e con dinamiche molto più rapide e veloci. La pallavolo era, è, sarà sempre la mia unica passione ma a causa di un brutto incidente al ginocchio e a una serie di conseguenze non potrò più giocare come un tempo. Per fortuna che c’è il Sitting che mi ha dato la possibilità di scendere in campo e conoscere persone con la mia stessa passione come Paolo.

 

In che ruolo giocate?

 Giovanni. Io sono schiacciatore.

Paolo. Il mio ruolo in Nazionale è il libero, che si occupa di difesa, ma sono anche un jolly

 

 

Che emozione hai provato quando ti hanno comunicato che saresti stato convocato in nazionale?

  Giovanni. Non posso descriverti la mia emozione, ho ancora la pelle d’oca. Quel giorno alla consegna della posta sono stato ore a fissare quella busta senza aprirla per poi esplodere di gioia. Il mio sogno era diventato realtà.  Dopo tanti sacrifici arrivano le soddisfazioni.  

Paolo. La comunicazione della Nazionale mi è arrivata nel 2015 dopo che avevamo svolto il campionato Italiano tra club, dove i tecnici delle nazionale stavano visionando i giocatori che svolgevano le partite.

Per me è stata inaspettata ma nello stesso tempo ho provato tanta emozione, era il trionfo di un sogno.

 

 

Che tipo di esperienza è per te il sitting?

Giovanni. È un Rimettermi in gioco e una rivincita contro il destino che mi ha fatto fare crack ad entrambe le ginocchia

Paolo. per me il sitting è un esperienza unica che non mi ha mai fatto sentire un emarginato, mi ha reso sempre partecipe al gioco di squadra.  Anzi colgo l occasione per invogliare persone nella mia stessa situazione a partecipare ad altre attività sportive. Perché la disabilita non è un punto di arrivo,ma bensì un punto di partenza

 

 

Speravate di partecipate a questo incontro visto il periodo che stiamo attraversando?

Paolo.In questo periodo così difficile faticavo al pensiero che avremmo potuto svolgere un collegiale

Ma con le dovute precauzioni ci siamo potuti allenare in totale sicurezza e questo già è un passo in più perché non si può fermare lo sport. Lo sport è vita!

Giovanni. No! Sono tante le cose che senti dire fra tv e giornali che ti remano contro. Ma come ha detto Paolo lo sport non si può fermare perché è vita, è la nostra vita. Il nostro cuore batte per quella palla che vola da una parte all’altra del campo. Con le dovute precauzioni in totale sicurezza, noi continueremo a giocare o almeno lo spero.  

 

 

Com’è nata la vostra amicizia? siete uniti anche fuori dal campo di pallavolo?

Giovanni. La nostra amicizia è nata grazie alla nostra passione. Ci siamo conosciuti in campo e diventati subito amici come il resto della squadra. Paolo è un ragazzo che ammiro per solarità e grinta nella vita. La nostra amicizia arriverà lontano grazie  alla stessa passione.

Paolo. L’ amicizia tra me e Giovanni Mandara e nata in campo nella nostra squadra di club  up volley… Lui è un gran giocatore di pallavolo  e ora anche di sitting volley infatti da lui ho imparato tante cose e ho seguito i suoi consigli poi adesso siamo anche in nazionale insieme e so che lui può dare più tecnica e  valore alla squadra

 

Questa situazione del covid vi ha allontanato dai campi di Sitting, palazzetti, come avete affrontato queste restrizioni che vi hanno diviso dalla vostra passione?

 

Paolo.  Io ancora non ci credo che siamo stati chiusi 3 mesi a casa e ad oggi ancora non abbiamo risolto niente   e forse rinchiuderanno tutto ma la cosa più brutta è che non vedevi e non ti allenavi con la tua squadra come eri abituato a fare regolarmente ma noi per non perdere l abitudine ci siamo allenati “tutti insieme” tramite video chiamata lontani ma vicini e così facendo e stato un po’ più bello

Giovanni. Io invece male perché quel campo fa parte della mia vita, pensare di rinunciare a tutto ciò sarebbe un incubo.

 

Siete scesi in campo abbattendo i muri e gli stereotipi della gente, che messaggio pensate di trasmettere ai giovani d’oggi con la vostra esperienza?

 

Paolo. Io credo che la disabilità sia negli occhi di chi guarda e l’unica disabilità che io conosco è l ignoranza.

Tutti possono fare tutto nella vita basta che vogliano farlo. Ci vuole forza di volontà e positivit.

Lo sport per esempio aiuta moltissimo perché è pieno di obbiettivi da raggiungere, ti mette in contatto con milioni di persone, aiuta il tuo  corpo  sia fisicamente che mentalmente.

Io mi sono messo in gioco e invoglio chiunque a farlo che non se ne pentirà assolutamente

 

Giovanni.  Mai mollare, mai fermarsi al primo ostacolo e che mai nulla è perduto anche dopo un anno da dimenticare ritorna sempre il sereno.

 

Grazie per questa bellissima chiacchierata ragazzi “mai smettere di sognare e impedire a qualcuno di impedire che il tuo sogno si realizzi”. Buona giornata a Presto.

Giovanni. Grazie a te a Presto.

Paolo. Grazie ciao.