Skip to main content

“Per la Caserta Sud-Benevento occorre solo una rivolta della popolazione”

“Per la Caserta sud-Benevento: occorre solo una rivolta del popolo sannita”. Queste le parole dell’avvocato Vittorio Fucci.

 

Ho il dovere morale e politico di intervenire nella querelle innescatasi a seguito della nefasta notizia che annuncia che slitterà di 3 anni l’avvio dei lavori di costruzione del 1° lotto della superstrada Benevento-Caserta, che slitterà per un tempo non definito il completamento della Fortorina in relazione allo svincolo tra S. Marco dei Cavoti e S. Bartolomeo in Galdo e che slitterà di 1 anno il raddoppio della Telese-Caianello, in base alla riprogrammazione ANAS.

Non nascondo di nutrire tanta rabbia nell’apprendere questa notizia, conoscendo ed avendo vissuto i  sacrifici e le energie anche fisiche spese per ottenere la nascita di atti concreti che portassero alla programmazione e al finanziamento per la realizzazione di queste 3 opere infrastrutturali fondamentali per liberare il Sannio dall’isolamento mortale nel quale è relegato.

Ebbene la superstrada Benevento-Caserta vide il suo primo sigillo programmatico-legislativo con l’approvazione del piano triennale 83-85 della Regione Campania, a seguito di una memorabile battaglia politica avviata e portata a termine da mio padre, allora Consigliere Regionale e Segretario dell’Ufficio di Presidenza  del Consiglio Regionale.

Non posso non ricordare che mio padre costrinse il suo partito (D.C.) a votare, in Consiglio Regionale, il ritorno del piano triennale nella commissione speciale, che lo aveva licenziato senza includere la realizzazione della superstrada Benevento-Caserta e della Fortorina.

Il piano ritornò nella commissione speciale, che fu costretta, su proposta di mio padre, che minacciò politicamente di votare contro la stessa maggioranza guidata dal suo partito, ad includere la previsione della realizzazione delle 2 opere strategiche, con deliberazione di finanziamenti dei primi lotti funzionali con fondi appostati.

L’avvio della Fortorina fu rapido, tant’è che già nel 1984 furono avviati i lavori, fermandosi poi per molti anni, mentre i lavori della superstrada Benevento-Caserta non videro e non vedono ancora il loro avvio. Mio padre, poi, non si ricandidò e concluse il suo mandato nel 1985.

Il destino volle che la vicenda delle 2 opere fosse ripresa dalla Giunta guidata dal Presidente Caldoro e della quale ebbi l’onore di far parte come Assessore. Ebbene nel piano quinquennale ANAS 2014-2019 era già inserito un finanziamento di 150 milioni di euro, a seguito di quanto deliberato, programmato e voluto dalla Regione Campania, che deliberò nel 2014 lo schema di Intesa Generale Quadro (IGQ) delle infrastrutture strategiche per la Regione Campania (PIS)della legge-obiettivo, sottoscritto con il Governo nel 2014 e che per volere della Regione Campania modificò, su insistenza dell’Assessore ai Trasporti Vetrella, da me quotidianamente ossessionato, il progetto dell’ANAS convertendo la proposta, che prevedeva la realizzazione di un’autostrada, in quella di un asse a scorrimento veloce, meno invasivo per il territorio e più sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.

Nonostante siano trascorsi 36 anni da quando mio padre, rimettendoci non poco anche sul piano della salute per le energie che profuse, ottenne che fosse deliberata la Benevento-Caserta e 5 anni da quando l’ANAS, ricevendosi dalla Regione Campania diverse decine di milioni di euro,  la inserì tra le opere di imminente realizzazione, il cosiddetto Governo del cambiamento, attraverso l’ANAS, notifica al morente Sannio che tra 3 anni, forse, vedrà la luce la posa della prima pietra di un’opera che è vitale per la sopravvivenza e per lo sviluppo di un’area sempre più povera e desertificata, come l’aria lo è per l’uomo affinché possa respirare.

Giunti a questo punto è necessaria l’extrema ratio di una rivolta del popolo sannita , che, con modalità anche energiche, deve protestare e far sentire il suo gesto di disperazione.