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Pizzo al cantiere del polo scolastico: condannato il boss Clemente ‘o pecuraro, assolta la compagna

San Felice a Cancello. Arrivano dei verdetti importanti per il boss 70enne Clemente Massaro alias ‘o pecuraro e la compagna Antonietta Sgambato, alias ‘ a sparatora. I due furono arrestati lo scorso aprile dai carabinieri della compagnia di Maddaloni dopo un’indagine lampo per un’estorsione al titolare del cantiere del polo scolastico in costruzione a Santa Maria a Vico.

L’obiettivo finale: il 3% su un appalto da 3 milioni e 300 mila euro alla ditta che sta costruendo il primo lotto del campus scolastico in via Felicissimo a Santa Maria a Vico.

Nel processo con rito abbreviato il giudice Tirone del tribunale di Napoli (sez.17) ha assolto dai capi a e b l’amata compagna del boss 64enne, Antonietta Sgambato che già nella notte è rientrata a casa nella sua abitazione di San Felice centro. Per lei anche la restituzione delle somme in danaro.

Il boss Massaro invece è stato condannato ad anni anni 5, mesi 6 e giorni 20 di reclusione e naturalmente resta nella sua cella a Santa Maria Capua Vetere.

Ricordiamo che per questa vicenda gli era stata revocata anche la detenzione domiciliare ottenuta per il suo iter di collaboratore di giustizia grazie a cui era riuscito a tornare a San Felice dopo oltre 5 lustri con permesso di uscita per la mattina. Quindi resterà dentro ancora a lungo anche per il pregresso.

Il pm per la Sgambato aveva chiesto anni 10 e per il pecuraro anni 12.

Escluse quindi alcune aggravanti, il lavoro della difesa è stato improntato proprio a questo in particolare entrando nel merito della scarsa conoscenza da parte della vittima del profilo criminale di Massaro. Non è bastata invece per la Sgambato l’azione di prendere la busta con i 3000 euro dalle mani del compagno all’interno del bar in via Puoti a Santa Maria a Vico, quando si consumò la prova materiale dell’estorsione. Anche nell’interrogatorio il 70enne difese la Sgambato a spada tratta, dicendo che non ne sapeva nulla.

I fatti di aprile

IL BOSS DIFENDE L’AMATA NEL CORSO DELL’INTERROGATORIO

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