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Il boss: “Sono caduto in un tranello, i 3mila euro della ditta erano un regalo spontaneo”

Santa Maria a Vico. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, successivo al fermo, il redivivo boss Clemente Massaro dichiarava di essere stato raggirato e di essere caduto in un tranello, in quanto era stato contattato da un imprenditore della ferramenta locale perché il geometra della ditta casertana chiedeva protezione per i mezzi del cantiere.

Dunque, per la sua intercessione, l’imprenditore aveva corrisposto spontaneamente come “regalo” la somma di 3.000euro.

Inoltre a sua detta nel mese di aprile aveva rifiutato ulteriori somme di denaro offerte dal titolare della ditta che sta effettuando i lavori del campus scolastico.

Ha poi aggiunto di aver semplicemente spiegato quali erano di solito le percentuali in ragione del valore dell’appalto per la protezione offerta, ma senza alcun intento estorsivo. Infine, aggiungeva di aver obbligato Antonietta Sgambato ad accompagnarlo e che la compagna non era a conoscenza dei fatti.

Secondo gli inquirenti il ritorno sul territorio del boss dopo circa 28 anni ha dato un impulso maggiore al clan Massaro, infatti alcuni soggetti erano stati già monitorati qualche anno addietro.

Nell’agosto del 2019, si apprendeva da parte di più fonti confidenziali di una ripresa delle attività estorsive ai danni di esercizi commerciali siti lungo la SS/7 Appia, nei territori compresi tra i comuni di Arienzo  Forchiaed Arpaia, ad opera di soggetti già appartenuti al “Clan Massaro” o comunque in qualche modo ad esso legati. In particolare veniva posta in essere un’attività di intercettazione telefonica a carico di alcuni soggetti (tra i quali lo stesso Clemente Massaro) che tuttavia non sfociava in alcun provvedimento giudiziario a causa della scarsità degli elementi raccolti.

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