
Santa Maria a Vico. Nell’ambito dell’ordinanza riguardante l’inchiesta sul Comune di Santa Maria a Vico, emerge la volontà dei ras Domenico Nuzzo e Raffaele Piscitelli di passare all’incasso dopo aver fatto confluire i voti sui vari Giuseppe Nuzzo, Marcantonio Ferrara e Veronica Biondo.
La vicenda del forno crematorio da costruire a Santa Maria a Vico occupa una buonba porzione dell’ordinanza e la possiamo definire senza dubbio come una delle più grottesche degli ultimi anni. C’è da restare senza parole…
Davvero questi pensavano di avere la bacchetta magica e di poter realizzare come se nulla fosse un impianto di cremazione, è incredibile…
Una storia che comincia il primo febbraio del 2021 e si protrae tra centinaia e centinaia di di intercettazioni fino a quasi alla successiva estate.
Per la realizzazione dell’impianto di cremazione sarebbe stata costituita una società divisa in 4 quote, una delle quali spettava al ras Raffaele Piscitelli, il quale in virtù della sua influenza criminale avrebbe ottenuto i permessi comunali ed assicurato il conferimento dei defunti da parte delle agenzie funebri della zona, comprese quelle della valle caudina. Gli obiettivi erano grossi, anche perché proprio nella zona caudina non erano riuciti a farlo e quindi con questa operazione il ras voleva bruciare i morti dell’est casertano e della valle caudina.
Sulla vicenda dell’inceneritore il tramite di Piscitelli e del solito Clemente De Lucia il ragno era il consigliere comunale Giuseppe Nuzzo.
Il 4 marzo 2021 veniva intercettato un incontro tra l’allora assessore e il ragno
Giuseppe Nuzzo riferiva a DE LUCIA di aver interessato un ingegnere del comune affinché fosse individuata un’area idonea per la costruzione dell’impianto di cremazione.
De Lucia assicurava al 50enne della zona Messercola l’assegnazione di posti di lavoro in tale impianto , più un compenso in denaro
L’allora assessore aggiungeva che per la destinazione dell’area sarebbe occorsa una variante al piano regolatore, soggetto al vaglio della pubblica Assise.
Allo stesso Nuzzo De Lucia assicurava nuovamente sostegno elettorale alle successive elezioni, in cambio della risoluzione della problematica.
De Lucia: Se tu fai un passaggio di questi, tu fra 5 anni ti prendi a tutti quanti, vengono…
Il ragno lo aveva già designato come sindaco e in altri colloqui gli consigliava di camminare sempre con Veronica Biondo, perchè Pirozzi lo avrebbero isolato per poi farlo cadere prima del tempo.
Anche se bisogna dire che Nuzzo non li porta mai a dama, il ragno viene assecondato sulla carta, ma alla fine non si arriva a nulla e per ovvi motivi.
Una questione lunghissima che resta naturalmente soltanto un’intenzione, perché i soggetti si scontrano con dei paletti insormontabili. Una follia, questa è la definizione più giusta, davvero tanti hanno peccato di ingenuità: poter solamente pensare di fare una cosa del genere con questi soggetti.
L’obiettivo era posizionare l’impianto alle spalle del cimitero ma poi viene fuori l’eventualità di farlo nella zona industriale alle spalle del Lidl. Un rimpallo continuo e un susseguirsi infnito di colloqui tra loro per cercare di placare le voglie del ras.
Nonostante questo in una riunione di maggioranza tenutasi in primavera il sindaco parla di questa possibilità di gettare le basi per la realizzazione di un forno crematorio, nonostante non fosse presente nel programma elettorale.
Nell’ambito di questa vicenda si parla anche della possibilità di realizzare un canile sui terreni di competenza del ras Raffaele Piscitelli. Ad un certo punto non sanno più cosa inventarsi. Trapelava proprio la volontà da parte del ras Piscitelli e di Clemente il ragno di cominciare ad acchiappare qualcosa dopo quanto avevano posto in essere alle elezioni.
I CAPI D’IMPUTAZIONE
Scambio elettorale politico mafioso; induzione indebita a dare o promettere utilità; rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
In concorso tra loro (Pirozzi, Biondo, Nuzzo Giuseppe e Marcantonio Ferrara) hanno accettato la promessa di Piscitelli Raffaele, Nuzzo Domenico, De Lucia Clemente e Taverna Caterina (indagata), di procurare i voti degli appartenti al clan e dei soggetti ad essi legati, in cambio dell’erogazione di utilità e di soddisfare gli interessi del clan:
- L’assunzione di Gennaro Iannone, fedelissimo dei cervinari, con contratto a tempo pieno presso la società di Sepe Carmine (indagato) con sede in Napoli, aggiudicatrice dell’appalto della pubblica illuminazione del comune di Santa Maria a Vico, con la promessa di future utilità per la suddetta azienda.
Iannone ha avuto la qualifica professionale di elettricista per impianti esterni nelle costruzioni sul posto.
Con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione camorristica denominata clan Massaro
Poi c’è la vicenda del chiosco in piazza San Marco, in gestione a Nuzzo Pasqualina.
Qui sono coinvolti, oltre alla suddetta, Raffaele Piscitelli e Andrea Pirozzi.
I primi due beneficiari, omettendo di richiedere al responsabile dell’ufficio tecnico l’adozione dei provvedimenti sanzionatori di competenza, tra cui l’ordinanza di abbattimento del chiosco.
Questo perché il chiosco veniva costruito in muratura, e veniva ricavato un piano interrato, con superficie complessivamente occupata per mq 52, difformemente da quanto prescritto dall’atto di concessione comunale.
Veniva procurato un danno patrimoniale al Comune, parti alla relativa sanzione amministrativa da comminare per l’abuso commesso.
Con l’aggravante di aver agevolato il clan camorristico Massaro.
Inoltre per questa vicenda c’è una omissione della richiesta dei canoni concessori al Comune per poco più di 2 mila euro.
Le rivelazioni
- In un altro capo di imputazione compaiono un ex carabiniere e Pirozzi in quanto il primo dice al sindaco dell’esistenza di indagini a carico del ras Nuzzo Domenico.
Poi sempre l’ex carabiniere rivela alla moglie di Iannone Gennaro l’esistenza di esposti che parlano di accordi tra Pirozzi e Domenico Nuzzo e altri candidati al consiglio comunale.

