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Botte alla moglie perché lui si chiama Zagaria: il verdetto

Castel Volturno. Due anni e otto mesi di carcere: è la condanna stabilita dal tribunale di Cassino nei confronti di Marcello Zagaria, 36enne di Castel Volturno già noto alle forze dell’ordine per attività di spaccio. L’uomo è stato ritenuto responsabile di reiterati episodi di violenza nei confronti della moglie durante la gravidanza e davanti ai loro due bambini.

L’esito del procedimento

Il verdetto è arrivato grazie a un patteggiamento concordato tra il pubblico ministero Flavio Ricci e i legali dell’imputato, gli avvocati Fiorentina Orefice e Rosario Avenia. Alla donna, che aveva deciso di separarsi dal compagno già nel 2019, non sono mai mancati sostegno legale e assistenza nella denuncia delle violenze.

Le accuse

Secondo le indagini, l’uomo avrebbe più volte insultato, minacciato e colpito la consorte, arrivando persino a prospettare un aborto procurato con pugni al ventre. A ciò si aggiungeva la presunta forza intimidatoria legata al cognome, con frasi minacciose del tipo: “Io so Zagaria, in carcere mi rispettano e se devo tornarci lo faccio, ma ti ammazzo e con te tutta la tua famiglia”.

Anni di violenze

Gli episodi contestati si sarebbero ripetuti nel tempo, fino all’arresto avvenuto nel luglio 2024. Tra i momenti più gravi emersi durante il procedimento, quello della notte di Capodanno 2023, quando la donna sarebbe stata picchiata con calci e pugni a fianchi e gambe. Pochi mesi dopo, l’uomo si presentò sotto casa della moglie a Minturno, continuando a rivolgerle pesanti minacce.

La condanna

Il giudice Claudio Marcopido, gip del tribunale di Cassino, ha dunque ratificato l’accordo: Zagaria sconterà due anni e otto mesi di reclusione. Una sentenza che chiude una vicenda segnata da anni di violenze domestiche e che ha coinvolto non solo la vittima, ma anche i figli della coppia, costretti ad assistere a episodi di aggressione all’interno delle mura familiari.

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