
San Felice a Cancello. Ad ottobre nel processo con rito abbreviato si andrà a delineare il destino del boss 70enne Clemente Massaro alias ‘o pecuraro, oramai da quasi 4 mesi rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove si trova anche la compagna Antonietta Sgambato detta ‘ a sparatora.
L’accusa è l’estorsione alla ditta del cantiere del Campus Scolastico di Santa Maria a Vico, lavori per un totale di 4 milioni di euro.
Per il boss non sono arrivate buone notizie nemmeno dal ricorso in Cassazione e quindi rischia davvero diversi anni di carcere sia per le recenti accuse e anche per il vecchio, ricordiamo che all’atto dell’arresto era ai domiciliari con permesso di uscita soltanto di mattina. Insomma Massaro ha bruciato la grande opportunità che lo Stato gli aveva concesso per il suo pentimento.
Le indagini non si fermano soltanto agli episodi estorsivi per i quali la coppia sanfeliciana è stata arrestata ma continuano per altri soggetti che hanno intessuto rapporti con il vecchio boss dal momento in cui è tornato sul territorio nel dicembre 2023.
Il 21 febbraio 2025 è stato il giorno decisivo in cui si è materializzata la prova dell’estorsione alla ditta dell’appalto del campus scolastico a Santa Maria a Vico, oggetto dell’ordinanza.
L’incontro tra il dipendente della ditta appaltatrice, a cui il proprietario aveva consegnato una busta con all’interno circa 3500 euro e il boss Clemente Massaro e la compagna, avvenne nel parcheggio del Conad in via Puoti alle 11 di mattina.
Loro erano a bordo di una Fiat 500 X mentre lui su una Panda.
Il dipendente era terrorizzato e disse al boss di avere timore di consegnargli una busta in un luogo pubblico e li invitò ad andare in un bar poco distante.
Giunti fuori all’esercizio l’incaricato si avviò per primo e appoggiò la busta sul primo tavolino, scorgendo con la coda dell’occhio che il boss stava a sua volta per entrare e così dopo pochissimi secondi (4) Massaro afferrò la busta e la mise nel giubbino. Poi mentre la moglie prendeva un caffè gliela passò e lei la infilò nella borsa.
Un boss guardiano
In attesa del caffè il dipendente, scrollatosi di dosso quel fardello, chiese al boss se i veicoli sul cantiere erano al sicuro e lui rispose che potevano anche lasciare le chiavi nel quadro, ora era nella sfera della sua protezione e nessuno si sarebbe avvicinato.
Quando andarono via Clemente Massaro ricordò al rappresentante dell’azienda che si sarebbero visti prima di Pasqua, per chiudere chiaramente il grosso dell’estorsione.
Da qui in avanti i carabinieri della compagnia di Maddaloni, che stavano tampinando la coppia sanfeliciana residente al vico Castello, acquisiranno i filmati delle telecamere del Conad e quelli del bar che comproveranno la prova regina.
Successivamente ricostruiranno la vicenda, trovando dopo ricerche il soggetto alla guida della Panda e contemporaneamente scopriranno che era un responsabile del cantiere dell’appalto del campus scolastico.
In pratica Massaro e la compagna di mattina erano spesso in giro e secondo una serie di informative sono stati spesso monitorato e soprattutto hanno incontrato molti imprenditori nella zona di San Felice e non solo.
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