
San Felice a Cancello. Quadro probatorio chiarissimo e pericolosità estrema degli indagati, è quanto sostiene il gip Girardi del tribunale di Napoli nell’ordinanza nei confronti del boss Clemente Massaro e della compagna Antonietta Sgambato.
Si legge: “Gli indagati si sono rivelati essere soggetti pericolosissimi, ben organizzati e determinati a portare avanti il loro proposito estorsivo.
Clemente Massaro si è reso responsabile dei delitti contestati mentre era in regime di arresti domiciliari, dimostrando pervicacia nel delinquere ed estrema pericolosità.
Sussistono quindi pregnanti esigenze cautelari.
Si sono resi autori dei delitti in contestazione tra i più odiosi per la soggezione in cui vengono a trovarsi le vittime. È chiara l’idoneità della condotta del Massaro e della
Sgambato ad ottenere la “percentuale” utilizzando le condotte intimidatorie descritte nel capo di imputazione e riconducibili alle metodiche camorristiche.
Le minacce velatamente mascherate da una generica richiesta di denaro, la visita all’interno di un cantiere edile, la rassicurazione che i mezzi presenti all’interno del cantiere erano al sicuro tanto da poter lasciare addirittura le chiavi, integrano tipiche manifestazioni del linguaggio che appartiene alla criminalità organizzata locale.
L’allarmante biografia penale degli odierni indagati(ed in particolare del MASSARO, costellata da precedenti gravi e specifici e caratterizzata anche da una preoccupante serialità), che hanno già riportato condanne definitive per reati della medesima indole delittuosa senza che tali esperienze abbiano sortito alcun effetto deterrente in ordine alla commissione di ulteriori crimini, induce formulare un giudizio estremamente negativo sulla loro personalità e sullo stile di vita tenuto, che non consente allo stato di ritenere che, laddove lasciati in libertà, si asterrebbero dal commettere ulteriori attività delittuose”.
Un quadro davvero chiaro per loro che erano rientrati da poco più di un anno sul territorio, dopo 27 anni e una lunga collaborazione da pentiti.