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La doppia vita dell’operaio-mostro: di notte comprava in token i video degli abusi su minori

 

CASERTA. Marco (nome di fantasia), 22 anni, lavorava in una piccola azienda della provincia di Caserta. Turni regolari, paga modesta, pochi amici e una routine fatta di caffè alle macchinette, sigarette fumate in silenzio e scroll compulsivi allo smartphone. Un ragazzo come tanti, a prima vista. Schivo, forse poco incline a legare, ma puntuale e sempre presente. Nessuno avrebbe mai immaginato cosa si celasse dietro quella facciata grigia.

La doppia vita tra criptovalute e orrori online

Nel tempo libero, Marco non usciva quasi mai. Passava ore davanti al computer, spesso fino a tarda notte. Dietro la porta della sua cameretta si svolgeva una vita parallela, inquietante: l’accesso a piattaforme del dark web, wallet digitali gestiti con cura e un’attività frenetica di download e streaming. La Polizia Postale lo ha identificato come uno degli utenti più attivi di Kidflix, una piattaforma clandestina che trasmetteva in streaming video di abusi su minori. I pagamenti? In criptovalute, convertite in token per sbloccare contenuti a pagamento o contribuire alla catalogazione di nuovi video.

I dettagli dell’operazione ‘Stream’

Il suo arresto è avvenuto la scorsa settimana nell’ambito dell’operazione Stream, una maxi-inchiesta della Procura distrettuale di Napoli coordinata con Europol. Con lui, sono finite in manette altre tre persone – un disoccupato foggiano, un informatico biellese e un lavoratore marchigiano – mentre quindici sono gli indagati, tra cui anche un avvocato. Decine di migliaia i file sequestrati, oltre a manuali del “perfetto predatore” rinvenuti su Wikipedo, una sorta di enciclopedia pedocriminale nel dark web.

Una rete globale di orrore

Kidflix era più di una semplice piattaforma illegale: un’enorme rete organizzata che ha attratto quasi 2 milioni di utenti dal 2022 al 2025, con 91.000 video unici caricati e un’attività continua H24. Ogni ora, almeno 3 nuovi contenuti venivano messi online. Le indagini, rese possibili grazie alla cooperazione internazionale, hanno portato alla chiusura dei server e alla tracciabilità dei pagamenti in criptovaluta.

 

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