
Santa Maria Capua Vetere. Il 20 gennaio scorso, un detenuto di 37 anni, C. C., ha cercato di togliersi la vita mentre era nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Il detenuto, era stato arrestato per associazione mafiosa nel novembre del 2024 durante l’operazione di Polizia denominata “Meteora”, che ha visto coinvolti in tutto 18 presunti appartenenti a esponenti del clan Santangelo di Adrano e della frangia del clan Mazzei.
La moglie del detenuto, 36 anni, temendo per la sua vita e le sue condizioni di salute fisiche e mentali, a chiesto al gip e al procuratore generale di Catania di intervenire per aiutare il marito, temendo che, trovandosi in profonda crisi e depressione, potesse tentare nuovamente il suicidio.
Il gip di Catania ha quindi accolto la richiesta del legale che rappresenta il detenuto e la moglie e ha quindi disposto la scarcerazione dell’uomo per gravi motivi di salute.
Il gip ha disposto l’obbligo di dimora nel suo paese d’origine, Biancavilla e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per C.C.
Tale provvedimento deciso dal gip di Catania arriva dopo la presentazione di numerose e reiterate richieste da parte del legale dell’indagato, con cui sottolineava il grave stato di salute di C. che lo rende incompatibile con la detenzione in carcere.
“Il mio assistito presenta una condizione psicologica gravissima, in quanto gravemente depresso e con un costante senso di colpa nei confronti del figlio minorenne, molto malato, e per il fatto di non poterlo assistere in maniera adeguata. Anche dal punto di vista fisico aveva subito un aggravamento della sua condizione, avendo perso infatti circa quindici chilogrammi”. Nel provvedimento il gip Montoneri segnala che “a questa autorità giudiziaria, nonostante i provvedimenti emessi e gli stessi solleciti anche per le vie brevi, regolarmente annotati dalla cancelleria, è stato impedito di avere piena contezza delle condizioni di salute dell’indagato e dell’andamento dei trattamenti cui era sottoposto” e di “non avere avuto alcun riscontro dal direttore della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere né dal personale sanitario che vi opera”. Per questo il giudice ha disposto il “trasferimento del provvedimento e gli atti collegati alla Procura di Santa Maria Capua Vetere e al Dap per le determinazioni di competenza sul direttore del carcere e sul personale sanitario” le parole dell’avvocato.