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Spogliano compagne con l’app e poi si scambiano foto modificate: famiglie pronte a denunciare tutti

Aversa. Scandalo deepfake a scuola: genitori pronti a un esposto in Procura

Nelle ultime settimane, la città di Aversa è stata scossa da un episodio allarmante che ha sollevato preoccupazioni tra genitori e autorità scolastiche. Un gruppo di studenti, figli di professionisti locali, ha utilizzato un software di intelligenza artificiale per manipolare digitalmente le immagini delle loro compagne di classe, creando foto false che le ritraggono senza vestiti. Queste immagini, generate senza il consenso delle ragazze, sono state poi condivise in chat private tra gli studenti.

 

Le studentesse coinvolte hanno riferito ai genitori che le foto in questione non sono mai state scattate realmente, ma sono il risultato di un programma che rimuove digitalmente gli indumenti dalle fotografie originali. Questo fenomeno, noto come “deepnude”, rappresenta una forma di abuso dell’immagine personale resa possibile dalle nuove tecnologie.

 

Secondo quanto riportato da Cronache di Caserta, le famiglie delle vittime stanno preparando un esposto da presentare alla procura, con l’obiettivo di fare luce sulla vicenda e chiedere provvedimenti contro i responsabili.

 

Revenge Porn e Deepfake: minaccia in crescita

 

Il termine “revenge porn” si riferisce alla diffusione non consensuale di immagini o video intimi, spesso con l’intento di umiliare o danneggiare la reputazione della vittima. Con l’avanzamento della tecnologia, questa pratica ha assunto nuove forme, tra cui l’uso di “deepfake” per creare contenuti sessualmente espliciti falsi. Questi strumenti permettono di sovrapporre il volto di una persona su immagini o video compromettenti, generando contenuti che sembrano reali ma sono completamente artefatti.

 

La facilità con cui questi software possono essere utilizzati ha portato a un aumento significativo di casi di abuso. Secondo un’analisi preliminare, le piattaforme di condivisione di contenuti spesso non dispongono di procedure efficaci per segnalare e rimuovere rapidamente questi materiali, lasciando le vittime in una posizione vulnerabile.

I rischi delle nuove tecnologie

L’episodio di Aversa mette in luce i pericoli associati all’uso improprio delle tecnologie emergenti. La manipolazione digitale delle immagini non solo viola la privacy delle vittime, ma può anche avere gravi ripercussioni psicologiche e sociali. Le vittime possono sperimentare ansia, depressione e isolamento sociale a causa della diffusione di contenuti falsi che ledono la loro reputazione.

 

Inoltre, la rapidità con cui queste immagini possono diffondersi online rende difficile il controllo e la rimozione dei contenuti, amplificando il danno subito. La mancanza di consapevolezza e di educazione sull’uso responsabile della tecnologia tra i giovani contribuisce ulteriormente al problema.

La risposta delle autorità e della comunità

In risposta a questi eventi, le autorità locali e le istituzioni scolastiche stanno cercando di affrontare il problema attraverso diverse iniziative. È fondamentale implementare programmi educativi che sensibilizzino gli studenti sull’importanza del rispetto della privacy altrui e sulle conseguenze legali e morali delle loro azioni online.

 

Parallelamente, è necessario che le piattaforme digitali adottino misure più efficaci per prevenire la diffusione di contenuti manipolati e per proteggere le vittime di tali abusi. Questo include la creazione di procedure di segnalazione più efficienti e la collaborazione con le forze dell’ordine per identificare e perseguire i responsabili.

L’allarme

L’episodio avvenuto ad Aversa rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di affrontare con urgenza le sfide poste dalle nuove tecnologie in materia di privacy e sicurezza personale. È essenziale che la società, le istituzioni educative e le autorità collaborino per creare un ambiente digitale più sicuro e rispettoso, in cui l’innovazione tecnologica sia accompagnata da una forte etica e responsabilità sociale.

 

Le famiglie delle studentesse coinvolte, consapevoli della gravità della situazione, stanno intraprendendo azioni legali per tutelare le proprie figlie e chiedere giustizia.