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Campo largo in frantumi, la mossa di Guerriero: “Disponibile a dialogare”

MARCIANISE. La nota del consigliere comunale Raffaele Guerriero dopo la rottura delle trattative

“Nell’incontro avvenuto nello studio dell’ing. Abbate, è emersa la chiara volontà di chi e coloro fino adesso, e negli annali passati, hanno sbagliato tutte le mosse in termini di scelte e di strategie. Difatti a più riprese si è discusso, decidendo poi con la forza dei numeri, di chiudere ogni ipotesi di trattativa col Sindaco Trombetta.

Il mio intervento, tra l’altro apprezzato da diversi colleghi consiglieri presenti, contemplava una cronaca diversa dei fatti accaduti negli anni. “Affondare la lama nel cuore degli avversari, peccando di egoismo, è un’azione che in tutte le occasioni ci ha condotto a vincere una battaglia e a perdere poi la guerra”.
Cioè tutte le volte che è stata spenta un’amministrazione: quella di Antonio Tartaglione, quella di Antonio De Angelis, le entrambe di Antonello Velardi puntualmente chi ha affondato la lama non ha mai vinto al turno successivo.
Ora due sono le ragioni: i cittadini e la città non hanno compreso o accettato che dal notaio o piuttosto in un complotto di qualche studio, si mandasse per aria quell’amministrazione oppure un’altra ipotesi è rappresentata da una classe politica marchiata come quella perdente ed inconcludente.

La strada da intraprendere, a mio avviso, sarebbe risultata un’altra: governare i processi entrando al governo della città ed esserne protagosti.
Per fare ciò bisognava proseguire e concludere questa trattativa, condotta da Lina Tartaglione, con lealtà e trasparenza dando sostegno alle nostre idee. Strategia simile, utilizzata anni fa, ma allora c’erano altri a scrivere la storia, quando unitamente agli uomini che lo avevano sostenuto contro il prof. Tommaso Zarrillo divenuto poi Sindaco nei primi anni ‘90, entrarono al governo cittadino con le stesse modalità e condizioni che si palesano oggi. Da li si posero le basi di un centro-sinistra forte e vincente negli anni a divenire con Filippo Fecondo Sindaco.

Nel corso della riunione qualcuno parlava di un perimetro di centro-sinistra da designare, ma nei fatti le condizioni per molti, di costruire il centro-sinistra con gli stessi uomini in campo è molto difficile. Ho ricordato che solamente Lina Tartaglione era stata in grado di mettere tutti insieme, e che molti altri nomi avrebbero semplicemente ridotto le possibilità del largo campo progressista. Dunque, anche in questo caso, la chiarezza avrebbe dovuto sostituire l’ambiguità di chi o coloro fanno promesse da marinaio rispetto ad una leadership da assegnare. Era necessario, se realmente qualcuno lo pensasse, di creare le condizioni per aumentare la coesione e la sinergia di una coalizione che, giorno per giorno, ha perso e perde pezzi e credibilità.

Il mio invito era mirato ad adottare una strategia diversa rispetto alla chiusura totale, sostenuta fortemente da alcuni. Probabilmente chiudere per sperare al voto già a maggio.
Vincere la battaglia e perdere poi la guerra. Siamo stufi. La città è stanca, e lo ha sempre dimostrato.

Ai cittadini che incontro nella quotidianità sorge spontaneo chiedere: “nel Consiglio comunale del 19 dicembre avete aperto un ragionamento di “Salute pubblica” ed ora per le poltrone non vi riuscite ad accordare”?
Nei fatti sembrerebbe proprio cosi.
1. Dov’è finito quell’unità di intendimenti rappresentata in Consiglio comunale?
2. Nel Consiglio comunale del 19 dicembre perché è stato votato un documento così importante senza chiedere l’azzeramento della giunta e la consequeziale apertura della crisi politica?
3. Solo dopo due mesi circa ci si rende conto di questioni politiche e di nomi in giunta?

Dov’è finita la “SALUTE PUBBLICA”?

A mio avviso, ancora una volta i cittadini non capiranno le buone intenzioni di alcuni e le azioni messe in essere da altri.

Personalmente lascio aperta ogni ipotesi di costruzione diversa dalle prese di posizioni dei soliti noti.”