CASAL DI PRINCIPE. Due giovani vittime innocenti della criminalità organizzata, Antonio Petito 20enne ucciso dal clan dei Casalesi e Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido l’11 gennaio del 1996, a pochi giorni dal quindicesimo compleanno, dopo 779 giorni di prigionia in un casolare di San Giuseppe Iato (Palermo), avranno a Casal di Principe (Caserta) il proprio spazio commemorativo.
Sono stati infatti inaugurati il Parco Giochi Giuseppe Di Matteo e Piazza Antonio Petito, realizzati in un’area confiscata al clan casertano lungo corso Umberto I, strada che taglia interamente Casal di Principe.
“Qui è stato dimostrato che esiste possibilità di riscatto e che non bisogna aver paura di accettare la sfida della legalità” dice la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, presente accanto al sindaco Renato Natale, che dal 2014 guida il “riscatto” della cittadina “che per oltre 30 anni è stata occupata militarmente dalla camorra”, e ad Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto don Diana e consulente dell’Antimafia, mai riconosciuto dallo Stato come testimone di giustizia, che qualche giorno fa proprio in Commissione, nel corso di un’audizione, ha denunciato l’abbandono subito per mano delle istituzioni statali dopo la coraggiosa scelta di denunciare il killer del sacerdote. A Di Meo, la Colosimo assicura che “prima del prossimo 19 marzo”, data del trentennale del delitto don Diana, porterà “qualche novità”; il riferimento è al riconoscimento di qualche beneficio economico per Di Meo, che dallo Stato, nonostante il fondamentale servizio reso alla giustizia, non ha mai avuto nulla; unico riconoscimento quello di ufficiale al merito della Repubblica Italiana conferitogli dal capo dello Stato Mattarella. Un giornata importante quella di oggi a Casal di Principe, che è uno dei pochi comuni italiani ad aver dedicato un luogo al piccolo Di Matteo. “Memoria – dice Natale – significa non solo non dimenticare mai le tragedie, ma anche restituire alla comunità i frutti di questa tragedia. E noi in questi dieci anni di amministrazione abbiamo fatto memoria, restituendo alla gente i beni confiscati alla criminalità, che abbiamo ribattezzato ‘beni liberati’, come l’area dove da oggi ci saranno la piazza e il parco intitolati a Petito e Di Matteo”. Sono state scoperte le targhe intitolate alle due vittime, con un qr code con le informazioni sulla storia di Di Matteo e Petito. Presenti il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, il Questore Andrea Grassi e i rappresentanti delle altre forze dell’ordine, il Procuratore Aggiunto di Napoli Antonio Ricci, che ha portato i saluti del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, l’assessore regionale ai beni confiscati Mario Morcone, che ha finanziato i lavori di riqualificazione dell’area; “la Regione Campania – garantisce – sarà sempre vicina ai sindaci che come Renato Natale costruiscono il riscatto dalla camorra mediante il riuso dei beni sottratti; qui questa attività è stata fatta con impegno, serietà e sacrificio”.
Il parroco di Caivano don Maurizio Patriciello, colui che nel giorno della cattura di Matteo Messina Danaro ha chiesto a tutti i sindaci italiani di dedicare piazze o altri luoghi al piccolo Di Matteo, ha detto “che nessuno deve pagare per le colpe di padri o altri parenti”.