SANTA MARIA CAPUA VETERE. Sei sindacati della polizia penitenziaria hanno proclamato lo stato di agitazione degli agenti in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere, alle prese da anni con croniche carenze di personale che quest’anno mettono a rischio le ferie.
“Risulta impossibile organizzare il piano ferie estive” denunciano in una nota congiunta, emessa dopo il confronto avuto con la direttrice del carcere Donatella Rotunno, i segretari regionali dei sindacati Sinappe (Pasquale Gallo), Uil Pa Polizia Penitenziaria (Domenico De Benedictis), Uspp (Ciro Auricchio), Fns-Cisl (Lorenza Sorrentino), Cnpp (Aniello Napoletano) ed Fp-Cgil (Orlando Scocca).
“Durante il confronto – spiegano i sindacalisti – è emerso che il personale è impiegato in turnazioni fino a 10 ore di servizio ininterrotto”. Rispetto alla pianta organica mancherebbero un’ottantina di agenti; peraltro risultano ancora inseriti nell’organigramma del carcere di Santa Maria Capua Vetere quegli agenti sospesi dal servizio da quasi due anni perché coinvolti nei pestaggi ai detenuti avvenuti il 6 aprile 2020, e attualmente imputati nel processo in corso. In pochi, che avevano posizioni più lievi, sono stati reintegrati ma trasferiti in altre carceri campane, tra Carinola e Salerno, e mai rimpiazzati, pur gravando ancora come pianta organica sul carcere casertano.
I sindacati hanno dunque proclamato lo stato di agitazione del personale e si sono detti pronti a mettere in campo “altre forme di protesta finché non si perverrà a un giusto rinforzo delle risorse umane da gestire” .