AVERSA/AFRAGOLA. ll Tribunale di Napoli ha revocato la misura interdittiva dai pubblici uffici per la dirigente scolastica Angela Sodano di Afragola, preside sospesa con l’accusa di ‘maltrattare i suoi docenti’. La dirigente dell’istituto Parente di Aversa (estraneo però all’indagine che riguarda un’altra scuola) potrà dunque rientrare in servizio.
A darne notizia è Dirigentiscuola la quale, nel ribadire la solidarietà alla preside, augura alla stessa “la giusta rivalsa nelle sedi opportune”, e aggiunge che non può esimersi dall’esprimere “il massimo biasimo per l’intera vicenda. Non è questa la sede per approfondimenti relativi alle corpose motivazioni esposte dal giudice dell’appello, pur di rilievo nella parte in cui smonta completamente l’iter logico-giuridico seguito dal Gip mettendo in dubbio l’esistenza stessa della fattispecie di reato contestata e, di conseguenza, l’ingiustificato accanimento di cui è stata vittima la dirigente scolastica da parte della magistratura”.
“Preme- spiega il sindacato -censurare la condotta del Ministero che, nell’intera vicenda, ha utilizzato il ruolo del dirigente tecnico per finalità chiaramente e aprioristicamente accusatorie. Un uso distorto della funzione che rappresenta una vera e propria vessazione, contro cui Dirigentiscuola ha sempre manifestato la propria ferma opposizione. Il dirigente tecnico (da tempo ex ispettore) è – o perlomeno dovrebbe essere – una figura di supporto tecnico a beneficio della qualità dell’istruzione, la cui funzione di valutazione e controllo, lungi dall’avere quel carattere inquisitorio che troppo spesso continua a rivestire, dovrebbe avere un connotato garantista nei confronti del buon funzionamento del sistema. Fino a quando l’Amministrazione e, per suo conto, la dirigenza tecnica non si deciderà finalmente a vivere il proprio ruolo in una dimensione collaborativa, alla luce dell’attuale assetto normativo, continueremo ad assistere a sterili azioni di controllo che non forniranno alcun sano apporto al sistema. Un’occasione persa, visto che un più coerente utilizzo delle risorse tecniche potrebbe costituire un valido e qualitativo sostegno all’autonomia scolastica”.
“Apprendiamo la notizia –dice il presidente di Dirigentiscuola, Attilio Fratta – con grande senso di partecipazione. Purtroppo questi sono i risultati dell’uso distorto dei dirigenti tecnici utilizzati come sceriffi solo nei confronti dei dirigenti scolastici. Chi ha sbagliato, deliberatamente, deve pagare. Questo succede a un dirigente scolastico ogni qualvolta, prendendo servizio in una istituzione dove il rispetto della norma è opzionale, dove si sono radicati comportamenti illegittimi, tenta di ripristinare la legalità”.