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Blitz nella casa vacanze dell’ex carabiniere Cioffi: presi pc e cellulare

CASAGIOVE/MADDALONI/AVERSA. Perquisizione all’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che figura tra i nove indagati dalla procura di Salerno per l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo: nell’abitazione in Calabria dove Cioffi sta scontando gli arresti domiciliari i carabinieri stamani hanno sequestrato il cellulare ed il computer dell’ex sottoufficiale, condannato di recente a 15 anni per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati. Cioffi, che era già indagato per il delitto del “sindaco pescatore”, nel 2018 fu sottoposto ad interrogatorio ma, assistito dall’avvocato Saverio Campana, si avvalse della facoltà di non rispondere.

Tra i nove indagati c’è anche il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, originario di Aversa e all’epoca dei fatti era comandante provinciale dell’Arma di Frosinone. Cioffi, residente a Casagiove e sposato con la chef maddalonese Emilia D’Albenzio, per lungo tempo è stato collaboratore di Cagnazzo, nel corso del servizio al reparto territoriale di Castello di Cisterna.

L’indagine

Angelo Vassallo venne ucciso a colpi di arma da fuoco la notte del 5 settembre 2010, ad Acciaroli, una frazione di Pollica, mentre rincasava a bordo della sua auto. Le nuove indagini, spiega il procuratore della Repubblica di Salerno Giuseppe Borrelli, riguardano anche “lo svolgimento e le reali finalità” di una serie di attività investigative messe in atto subito dopo il delitto, e senza delega da parte della competente Procura salernitana, “che ebbero quale effetto quello di indirizzare le investigazioni nei confronti di soggetti risultati poi del tutto estranei all’omicidio”.

D’altro canto, aggiunge Borrelli, il decreto di perquisizione si basa su “una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall’indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli”. Un collegamento che ha consentito di utilizzare i risultati di attività tecniche svolte dalla Dda napoletana nell’ambito di altre inchieste. Il procuratore della Repubblica di Salerno precisa che le ultime ipotesi investigative sono “suscettibili di ulteriore verifica nel corso del procedimento, anche alla luce delle complessive acquisizioni probatorie, tuttora coperte da segreto investigativo”.