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Posti in cambio dei lavori a Pineta Grande, la decisione per 36: sì a processo ma non per corruzione

 

 

CASTEL VOLTURNO. Non ci fu corruzione, ma il processo Pineta Grande si farà. Primo snodo chiave questa mattina nell’udienza preliminare per il maxi processo nato dall’inchiesta su permessi e corruzione per l’ampliamento della clinica castellana.

Il gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi ha infatti disposto il non luogo procedere per 8 indagati: prosciolti dalle accuse l’ex sindaco di Recale e parlamentare Americo Porfidia, Luigi Cassandra, Rachele Buffardi, Michele Lamberti, Augusto Chiosi, Sergio Crispino, Pasquale De Feo ed Antonella Guida. Porfidia era finito sott’inchiesta per induzione indebita, De Feo per rivelazione dei segreti d0ufficio.

Cade l’accusa di corruzione per gli imputati che dovranno comunque sostenere il processo per altri reati considerati di minore gravità, compreso l’abuso d’ufficio. Sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo, il patron della clinica Vincenzo Schiavone, l’ex manager Asl Mario Di Biasio e non solo. Ad aprile partirà il processo anche per Francesco Traettino, Pasquale Schiavone, Concetta Anastasia Petrella, Bonaventura Pianese, Franco Zumbolo, Annamaria Ferriello,  Flavio Morgiurilli, Carmine Noviello, Maria Romano, Francesco Romano, Salvatore Buonomo, Giuseppe Schiavone, Consalvo Sperandeo, Ferdinando De Lucia, Giacomo Rabbito, Giovanni Noviello, Giuseppe Russo, Alfonso Savio, Giuseppe Euplio Scialla, Carlo Nugnes, Arturo Romano, Antonio Postiglione e Vincenzo Riccardo. Molte posizioni sono uscite dunque ridimensionate dallo spettro dell’accusa per corruzione ma resta le ipotesi di reato di indebita induzione, abuso d’ufficio, falso e rivelazione di segreti d’ufficio per la vicenda dell’ampliamento della clinica.

Nel collegio difensivo gli avvocati Igino Nuzzo, Claudio Sgambato, Ferdinando Letizia, Giuseppe Stellato, Vittorio Giaquinto e Carlo De Stavola.

L’indagine

L’inchiesta riguarda l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere sui presunti illeciti consumatisi attorno ai lavori di ampliamento della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, importante struttura del litorale che ha anche una notevole funzione sociale, visto che assiste ogni anno migliaia di immigrati irregolari che vivono a Castel Volturno. In tutto sono 36 gli indagati per i quali la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. Nel corso dell’esame Schiavone si era difeso parlando delle assunzioni fatte nelle sue cliniche, alcune delle quali – sei per la precisione – sarebbero per la Procura il prezzo dello “scambio” con gli atti ritenuti illegittimi di Comune e Regione, che hanno autorizzato Schiavone ad ampliare la clinica e aumentare i posti letto. Per gli inquirenti in particolare Schiavone avrebbe assunto parenti e amici di funzionari comunali e regionali.