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Una lista di medici a disposizione del clan Belforte: “Servono certificati”

 

 

MARCIANISE. Non killer. Non pusher. Non soldati per guerre di camorra che ormai non si combattono più per le strade. E nemmeno gli imprenditori e i colletti bianchi. Di quelli forse ce ne sono anche troppi.

La vera risorsa preziosa che il clan Belforte ricercava continuamente indossa un camice bianco e opera in corsia. I Mazzacane erano infatti sempre pronti a procacciare medici compiacenti per ottenere certificati utili per permessi ed agevolazioni ai detenuti fino alla scarcerazioni per motivi.

E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti di Camillo Belforte, figlio del boss Domenico, che si è visto respingere dalla Prima Sezione della Corte di Cassazione la richiesta di ottenere la continuazione di due sentenze.

Sulla scorta di quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia dalle indagini poi sfociate nel processo e nella condanna è emersa proprio questa presunta “white list” dei medici-amici.

“Gli stessi collaboratori di giustizia avevano dichiarato che era prassi consolidata del clan Belforte quella di farsi rilasciare falsi certificati medici per ottenere le scarcerazione degli associati, con la conseguenza che il procacciamento di certificati medici falsi sarebbe stato oggetto di rappresentazione ab origine nella mente di tutti gli affiliati (e, dunque, anche di Belforte Camillo) perché volto alla “conservazione” del clan di appartenenza” si legge nelle motivazioni.