NAZIONALE. “Si tratta di una ipotesi molto concreta che spiegherebbe perché la nuova variante inglese di Sars-CoV-2 si sta diffondendo tanto rapidamente. Se contagia maggiormente i bambini, alimenta anche la trasmissione ai più grandi, che con i minori difficilmente prendono misure di distanziamento e protezione. Allo stesso tempo è giusto non fare allarmismo: resta confermato che gli effetti sui bambini, dal punto di vista della malattia, sono per fortuna poco significativi”.
Lo afferma Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, in una intervista al Messaggero.
“Come dicono giustamente gli esperti britannici, colpisce il fatto che tra i nuovi contagiati vi siano così tanti under 15 – prosegue -. Il 65 per cento dei casi che si osservano a Londra e nel Sud-Est dell’Inghilterra sono dovuti a questa nuova variante. Mettendo insieme questi due fattori si pensa che i bambini siano maggiormente contagiati dalla variante. Non sappiamo il perché. Ci sono solo delle ipotesi, collegate al fatto che le mutazioni interessano la proteina Spike”.
Ma rassicura: “Anche l’agenzia europea Ecdc afferma che non c’è una maggiore gravità della malattia. C’è però un aumento dell’Rt, dell’indice di trasmissione. E questo è un problema perché può portare a un incremento della trasmissibilità del 70 per cento”. Una preoccupazione peraltro “stemperata dalla presenza del vaccino. E ripeto: mi preoccupa la maggiore velocità di trasmissione, non un aumento di letalità che non c’è, né tra gli adulti né tanto meno tra i minori”.