San Felice a Cancello. Carabinieri investiti come birilli nella mattinata di venerdì, abbiamo dato un’occhiata alla sentenza del giudice Francica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Ecco testualmente cosa dice nella parte relativa alla dinamica:
E’ emerso che nel transitare in San Felice a Cancello alla via Roma ove era parcheggiata l’auto civetta con la quale i Carabinieri operanti si erano ivi portati per
esigenze di servizio, venivano notati i tre giovani identificati in D’Ambrosio Alessio, Delle Cave Giovanni e Ercole Benito i quali si introducevano il primo in una Fiat Panda di colore rosso e gli
altri due in una Opel Corsa di colore bianco, auto che erano entrambe parcheggiate sul lato destro della stessa via.
Alla vista degli operanti, i quali sebbene in abiti borghesi erano riconoscibili da subito in quanto tutti muniti di paletta catarifrangente recante la scritta carabinieri, i tre ragazzi mostravano in volto
una espressione di evidente stupore che induceva i carabinieri a procedere, del tutto legittimamente, al loro controllo.
Di conseguenza, mentre due appuntati procedevano al controllo della Panda e del D’Ambrosio, il primo maresciallo e il secondo maresciallo controllavano l’Opel ed i suoi due occupanti.
A questo punto, alla richiesta di documenti, i tre mostravano un atteggiamento ancor più insofferente e mentre il D’Ambrosio non spegneva il motore della Panda, il Delle Cave dapprima lo spegneva, e poi lo riavviava nuovamente, adducendo la scusa di dover andare via e di doversi recare a lavoro, mentre il passeggero, ovvero Ercole Benito, lo incitava a ripartire; invitato a spegnere il motore, il Delle Cave a quel punto ingranava la retromarcia e, andando poi in avanti con lo sportello che nel frattempo era stato aperto dal maresciallo avvicinatosi all’abitacolo per sfilare le chiavi dal quadro a fronte del rifiuto del Delle Cave- colpiva con tale sportello il torace di uno dei due marescialli, quello più basso.
Questi veniva sbalzato in avanti per qualche metro, rovinando poi in terra con la schiena. Contemporaneamente con lo sportello ancora aperto che si richiudeva per inerzia, l’auto condotta dal Delle Cave con il pneumatico anteriore sinistro schiacciava il piede del secondo maresciallo, passava a sinistra della FIAT Panda ed arpionava va con un angolo sporgente la gamba del pantalone di uno dei due appuntati, facendolo rovinare a terra e trascinandolo per alcuni metri.
A quel punto anche il D’Ambrosio si dava alla fuga con la Panda e travolgeva nuovamente l’appuntato che si stava rialzando da terra egli schiacciava il piede destro con la ruota.
Le due auto sono poi proseguite ad alta velocità verso via San Vincenzo”.
Questa la parte relativa alla dinamica dell’investimento, l’abbiamo riportata testualmente. L’inseguimento si è concluso in via San Vincenzo, frazione Talanico, con i carabinieri che nella loro relazione hanno evidenziato che le due auto, in particolare la la Opel si fermava in una curva e qui avveniva qualcosa. Poi li arrestavano. Questo c’è scritto nella sentenza…Per il resto si vedrà nel processo di inizio marzo.