Marcianise. Da una parte c’è la mozione di sfiducia, un chiodo fisso. Dall’altra una sfilza di temi da trattare, dall’Interporto ai debiti fuori bilancio. In totale sono 31 i punti all’ordine del giorno fissati nella seduta del consiglio comunale che di fatto dovrebbe sancire la fine dell’amministrazione comunale di Antonello Velardi.
Il condizionale è d’obbligo non solo per i rumors di questi giorni con alcuni dei cinque ribelli che hanno sottoscritto la mozione di sfiducia dell’opposizione, avvicinati allo scopo di riportarli sulla “retta via”, sia ufficialmente con l’appello sottoscritto dopo la riunione di lunedì sera sia informalmente. Al momento però non c’è nulla di concreto che possa far presagire un salvataggio in extremis. Anzi. Ieri si è sfilata ufficialmente anche la consigliera di Campania Libera Maria Di Lernia che non ha riconosciuto il documento lasciando intendere propositi bellicosi per la seduta di lunedì, fissata per le 17. Nel caso la mozione di sfiducia dovesse passare la seduta terminerebbe col governo cittadino a quel punto destituito.
Inoltre sul tavolo ci sono le dimissioni del sindaco (“la mia vita era diventata un inferno”) e quelle degli assessori. Insomma il margine sembra esiguo, ma guai a trascurare alcuni segnali. Compreso quello dei 31 punti all’ordine del giorno. Se la mozione di sfiducia non dovesse passare, infatti, si andrebbe avanti ad oltranza: la road map tracciata dal presidente dell’Assise Antimo Rondello, dopo la riunione dei capigruppo, prevede come temi le dimissioni del sindaco e poi il caso Interporto, questione che per la prima volta approda in aula dopo l’inchiesta bis che ha coinvolto anche la prima giunta Velardi. Poi sarà la volta dei 28 debiti fuori bilancio da approvare. Tutto però dipende dal primo punto, un “all in” politico della minoranza che ha l’occasione di chiudere i conti con l’amministrazione eletta nel giugno 2016.