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Voto di scambio e spaccio, chiesto processo per 24: rischiano big della politica

Caserta. Un mese e poco più per decidere le sorti di una delle inchieste decisive sulla zona grigia tra criminalità organizzata e politica locale. E’ stata fissata infatti per la prima settimana di luglio l’udienza preliminare relativa all’indagine su racket dei manifesti elettorali, voto di scambio e droga nel capoluogo.

Il pubblico ministero della Dda di Napoli Luigi Landolfi, dopo aver chiuso le indagini nello scorso mese di marzo, ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per 24 persone. Tra di loro ci sono nomi noti della politica locale (coinvolti in riferimento al servizio di affissione dei manifesti), come l’ex vicesindaco di Caserta Corvino e l’ex sindaco di San Marcellino Carbone. Gli indagati sono di San Marcellino, Limatola, Caserta, San Nicola la Strada, Maddaloni, Villaricca, Casal di Principe e Capodrise. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Foglia, Nello Sgambato, Alfonso Iovino, Alessandro Diana, Michele Di Fraia, Romolo Vignola e Gaetano Laiso.

L’indagine

L’attività investigativa si focalizzata sull’intervento del “clan Belforte” sulla città di Caserta durante le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania, svoltesi il 31 maggio 2015. Tale intervento di CAPONE Agostino e del clan da lui retto si manifestava secondo la Procura in due modi: imponendo ai candidati di avvalersi, per il servizio di affissione dei manifesti elettorali nella città di Caserta, di una società intestata alla moglie o intervenendo per condizionare il voto ed orientarlo in favore di candidati disposti a versare al clan somme di denaro, buoni pasto e buoni carburante.

Pizzo sui manifesti

Le indagini hanno permesso di accertare che, CAPONE Giovanni, all’epoca detenuto, utilizzando dei “pizzini” aveva dato precise disposizioni al fratello CAPONE Agostino, affinché si occupasse dell’affissione dei manifesti elettorali nella città di Caserta. Quest’ultimo, avvalendosi della collaborazione materiale di REA Vincenzo, ITALIANO Antimo, MEROLA Antonio e ZARRILLO Antonio, imponeva ai candidati di fare riferimento alla società di servizi “Clean Service”, a lui riconducibile in quanto intestata alla moglie, SEMONELLA Maria Grazia. Tale imposizione avveniva sia con intimidazioni esplicite, come captato nel corso delle intercettazioni, sia attraverso minacce rivolte ai singoli soggetti sorpresi ad affiggere i manifesti a tarda notte, sia coprendo i manifesti affissi senza ricorrere alla loro società, facendo poi arrivare il messaggio che tale inconveniente non si sarebbe verificato se si fossero rivolti alla società Clean Service. Tale condotta, di fatto, ha limitato la libertà contrattuale dei candidati, i quali, pur di poter continuare a svolgere la campagna elettorale anche attraverso l’affissione di manifesti, erano costretti ad affidare l’incarico di stampa ed affissione ad una ditta non scelta liberamente.

Il patto elettorale con gli uomini del clan

CORVINO Pasquale e CARBONE Pasquale, entrambi candidati con il “Nuovo Centro Destra – Campania libera” durante le elezioni regionali del 2015, sono destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari poiché indagati per aver chiesto agli esponenti del clan Belforte di procurare loro i voti di soggetti legati all’associazione camorristica, in cambio dell’erogazione di somme di denaro e di altre utilità. In particolare CORVINO Pasquale avrebbe chiesto l’appoggio elettorale nel territorio di Caserta, promettendo a CAPONE Agostino e REA Vincenzo la somma di Euro 3.000 ciascuno, buoni spesa e buoni carburante, oltre ad un “regalo“ per CAPONE Giovanni. Anche il candidato CARBONE Pasquale, attraverso un intermediario, si era rivolto a MEROLA Antonio, affiliato al clan Belforte, fazione di Capone, per ottenere i voti del clan e, come corrispettivo, aveva versato la somma di 7.000 Euro, in cambio di cento voti nel Comune di Caserta. A termine elezioni, CARBONE otteneva nel capoluogo meno voti di quelli promessi, 87 anziché 100, motivo per il quale chiedeva la parziale restituzione della somma versata per il procacciamento dei voti. Di particolare interesse risultano le conversazioni intercettate tra gli indagati, nelle quali CAPONE Agostino minacciava delle persone al fine di assicurarsi i voti “se non escono i voti devi vedere! Ti togliamo la macchina da sotto!”, a dimostrazione della forza intimidatrice utilizzata per ottenere i voti per CORVINO Pasquale. Ulteriormente rilevanti, sono le esternazioni sulle modalità con le quali sarebbe stato controllato il rispetto dei patti, cioè che i voti promessi al CORVINO sarebbero effettivamente stati dati dagli elettori che avevano ricevuto i buoi spesa o carburante: “li vado a prendere… li porto a votare fino a dentro! Con il telefono in mano faccio la foto, devo vedere sul telefono se no non hanno niente!”.

Il filone dello spaccio

Nel corso delle indagini sul conto di CAPONE Agostino, è emerso come lo stesso fosse anche coinvolto nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti su Caserta ed ambisse a divenire l’unico fornitore per gli spacciatori al dettaglio di Caserta. Dalle intercettazioni emergeva infatti che CAPONE aveva ottenuto a credito, grazie all’intermediazione di DE LUCA Mario, una significativa partita di stupefacente del tipo cocaina da malavitosi dell’agro aversano, finalizzata all’approvvigionamento di altri spacciatori al dettaglio del capoluogo, identificati in PALMIERI Rosario, NOVELLI Roberto, SANTORO Modestino, VECCHIARIELLO Salvatore e GUALTIERI Giovanni.

L’obiettivo di CAPONE Agostino era chiaramente quello di ottenere il controllo delle piazze di spaccio di Caserta, sfruttando la sua stabile appartenenza al clan camorristico dei Belforte   la sua ascesa criminale come referente del clan su Caserta. Tale ambizione di accreditarsi come referente dello spaccio nel capoluogo, naufragava a causa delle difficoltà incontrate da CAPONE nell’onorare il debito contratto con i suoi fornitori, i quali, spazientiti dai continui ritardi, arrivarono persino a prelevarlo da casa sua e a trattenerlo in una località sconosciuta fino al pagamento di parte del debito.

L’ELENCO DEI 24 INDAGATI

 CAPONE Giovanni, cl. 1965 Caserta
 CAPONE Agostino, cl. 1968 Caserta
 ITALIANO Antimo, cl. 1960; Caserta
 MEROLA Antonio, cl. 1982; Caserta
 REA Vincenzo, cl. 1960; Caserta
 ZARRILLO Antonio cl. 1967; Capodrise
 DE LUCA Mario, cl. 1969; Casal di Principe
 NOVELLI Roberto, cl. 1965; Caserta
 PALMIERI Rosario, cl. 1973; Caserta
 SANTORO Modestino, cl. 1972; Caserta
 VERGONE Clemente, cl. 1970; Caserta
 GUALTIERI Giovanni, cl. 1978; San Nicola la Strada

 CARBONE Pasquale, cl. 1962; San Marcellino
 CORVINO Pasquale, cl. 1958; Caserta
 SEMONELLA Maria Grazia, cl. 1973; Caserta
 VECCHIARELLO Salvatore, cl. 1976; Villaricca
 RUSSO Alberto, cl. 1980. Caserta

 D’ADDIO Silvana, cl. 1973; Caserta
 COPPOLA Ferruccio, cl. 1988; Caserta

 CINOTTI Paolo, 1985; Caserta

 RIVETTI Pasquale Valerio, 1993; Caserta

 RONDINONE Gianfranco, 1983, Caserta

 SCALINO Virginia, 1983, Caserta

 SPAZIANTE Francesco Alberto; Caserta