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Alle Poste coi documenti falsi, stangata per Cicala. Nei guai pure la complice

Acerra/Capodrise/Recale. Alle Poste con documenti falsi, processo lampo due: decise le condanne. A un mese e mezzo dal (primo) arresto il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso la sua sentenza nei confronti di Vincenzo Cicala, 51enne di Capodrise. L’uomo, finito al centro poi di una ulteriore indagine, è stato condannato al termine del processo con rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi. La sua complice, Maria Fruscia, di Acerra ha invece patteggiato un anno di reclusione.

 

Cicala, già noto alle forze dell’ordine, lo scorso 24 novembre proprio insieme alla donna a, aveva esibito carte di identità false per aprire un conto corrente presso l’ufficio postale di piazza Aldo Moro a Recale. Lo fecero però con documenti rivelatisi poi, dopo gli opportuni controlli, falsi. Cicala vene fermato dai carabinieri di Macerata Campania pure per violazione degli obblighi in quanto doveva attenersi all’obbligo di dimora a Capodrise.

 

La vicenda, però, non si è esaurita col blitz alle Poste per lui: lo scorso 12 dicembre i militari dell’Arma si sono recati nell’abitazione di Cicala per un controllo e sono saltati fuori anche altri elementi interessati, su tutti documenti falsi e alcuni timbri del Comune di Capodrise.