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Napoli e overtourism: caos e vita quotidiana

Di 18 Dicembre 2025Attualità

«Napoli è una carta sporca e e nisciuno se n’importa», cantava Pino Daniele. La città resta splendida e vibrante, ma la vita quotidiana è sempre più complicata tra caos turistico, traffico e servizi sotto pressione. Nei Decumani e nel centro storico la folla attraversa continuamente le strade principali, rendendo difficile vivere, lavorare e persino spostarsi. La città sembra divisa tra una Napoli da cartolina, quella cantata da bellissime canzoni, pronta ad essere ammirata dai visitatori, e la Napoli reale, dove chi abita deve affrontare problemi quotidiani invisibili ai turisti. Il contrasto tra estetica e realtà aumenta la frustrazione dei residenti, che vedono le proprie strade trasformarsi in corridoi obbligati per chi passa velocemente senza guardare oltre le apparenze.

Le vie principali – via Benedetto Croce, San Biagio dei Librai, San Gregorio Armeno – funzionano ormai come corridoi a flusso continuo. Uscire di casa richiede pazienza, e passare con un’ambulanza è un’incognita. I provvedimenti del Comune, come il senso unico pedonale alternato, attenuano senza risolvere e sembrano misure di facciata più che reali soluzioni strutturali. L’assenza di una pianificazione complessiva crea tensioni continue tra residenti e turisti, trasformando la vita quotidiana in un susseguirsi di piccole frustrazioni, ritardi e inconvenienti, che mettono a dura prova la pazienza e la resilienza di chi abita davvero la città.

Napoli come Disney

Il fenomeno non passa inosservato all’estero. Secondo il reportage del Telegraph, Napoli sta vivendo una vera Disneyfication: il centro storico trasformato in un parco a tema, dove le guide trascinano turisti tra street food, motorini e folla inarrestabile. Gli affitti sono aumentati del 40% in dieci anni, costringendo molti residenti a lasciare le proprie case per favorire strutture ricettive. La città perde autenticità mentre cresce l’industria del turismo, con effetti visibili anche sui negozi e sulle botteghe storiche, sostituite sempre più da locali e ristoranti “fotocopia”. L’idea romantica di Napoli come città viva e autentica si scontra con una realtà fatta di rendita turistica, sovraffollamento e crescente pressione sociale sui cittadini.

Studenti e affitti: una quotidianità complicata

La situazione reale emerge dalle inchieste locali, come quella del giornale Eroica Fenice, che documentano come gli studenti faticano a trovare alloggi dignitosi: stanze senza finestre, muffa, sovraffollamento e contratti irregolari sono ormai casi frequenti. L’esplosione dei B&B – quasi 9.000 in città – restringe ulteriormente il mercato, rendendo impossibile per molti giovani trovare una sistemazione stabile. La precarietà economica e sociale cresce, trasformando la città in un luogo difficile per chi vorrebbe studiare e vivere con una qualità minima.

Parallelamente, la Napoli raccontata nelle canzoni, raccolte e analizzate in un focus dedicato, mostra la contraddizione tra bellezza, poesia e disincanto quotidiano: tra melodie che cantano la città come musa e cronache reali che descrivono traffico, affitti e pressione sociale. Questa prospettiva mette in evidenza il gap tra la Napoli ideale e quella vissuta, confermando quanto sia complicato conciliare turismo e vita urbana.

Trasporti sotto pressione

La pressione turistica pesa anche sui servizi essenziali. Il sistema dei trasporti pubblici, e in particolare la metropolitana di Napoli, è al collasso. Frequenze irregolari, linee incomplete e stazioni inadeguate rendono gli spostamenti quotidiani difficili. La situazione su strada, chiaramente, non fa che peggiorare di conseguenza.

Un problema condiviso

Napoli non è un caso isolato: Venezia, Firenze, Barcellona e Amsterdam hanno adottato misure restrittive per gestire il turismo. Le Canarie hanno visto proteste di massa. Il problema non è il turismo in sé, ma l’incapacità di governarlo. La città resta sospesa tra sviluppo economico e decadenza sociale, osservando con un certo ritardo le strategie che altrove cercano di salvaguardare residenti, identità culturale e vivibilità urbana. Il rischio è che la crescita turistica continui a favorire solo pochi interessi, mentre la maggioranza subisce le conseguenze di un modello non sostenibile.

Economia e contraddizioni

Il ritorno economico del turismo esiste, ma distribuito in modo disuguale. I salari restano bassi – spesso intorno ai 6 euro l’ora – e la penetrazione di interessi opachi, inclusa la criminalità organizzata, amplifica la sensazione di una città che produce valore senza redistribuirlo. Napoli non scompare, cambia funzione. Da città vissuta a città attraversata, con spazi sempre più occupati dai visitatori temporanei. Senza interventi su casa, servizi e mobilità, vivere qui resta un privilegio, e la normalizzazione al ribasso diventa la regola, confermando la malinconica verità cantata da Pino Daniele.

Fonte immagine: Pexels

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