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Arresti in Municipio: fissata l’udienza al tribunale del Riesame

Santa Maria a Vico. Il giorno 11 novembre presso la sezione 8 del tribunale di Napoli si terrà il Riesame per i coinvolti nell’inchiesta sul Comune di Santa Maria a Vico.

Si andrà nel merito della misura cautelare, le difese puntano sicuramente ad allegerire l’attuale posizione che vede ad esempio i 3 amministratori (sindaco Pirozzi, vicesindaco Biondo e consigliere Giuseppe Nuzzo) e l’ex assessore Marcantonio Ferrara agli arresti domiciliari.

Le accuse

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di scambio elettorale politico mafioso; induzione indebita a dare o promettere utilità; rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.

In ordine alla contestazione di scambio elettorale politico mafioso, si evidenzia che le indagini hanno avuto ad oggetto la ricostruzione dei rapporti intercorsi tra esponenti dell’amministrazione comunale del Comune di Santa Maria a Vico e alcuni soggetti pregiudicati per reati di tipo mafioso, ritenuti esponenti del clan MASSARO operante in quel territorio.

Le indagini eseguite nel periodo vicino all’approssimarsi delle elezioni comunali del settembre 2020, facevano emergere, in una prima fase, l’interesse di esponenti della criminalità organizzata per la gestione dell’appalto riguardante l’ampliamento del cimitero comunale di S. Maria a Vico.

Successivamente emergeva un più ampio quadro di rapporti tra i fiancheggiatori dei due soggetti con precedenti penali e alcuni candidati alle elezioni comunali finalizzati al perseguimento di interessi economico-criminali ottenibili in seguito alla rielezione di tali amministratori pubblici.

Dalle attività d’intercettazione emergevano elementi che davano conto di una precisa e già calcolata pianificazione della distribuzione dei voti da parte della suindicata compagine criminale.

La mole di voti disponibili era tale da consentire una convergenza, non solo in favore di candidati di riferimento, ma, addirittura, verso un candidato della lista avversaria, ciò al fine di consentire a quest’ultimo di permanere nella carica di consigliere provinciale.

In più occasioni, il referente della fazione criminale in indagine preannunciava l’esito delle elezioni, ai candidati al Consiglio Comunale, anche in ordine alle cariche che poi gli stessi avrebbero rivestito.

Nel periodo successivo alle elezioni si palesavano i rilevanti interessi economico-criminali che il gruppo camorristico in indagine avrebbe tentato di perseguire attraverso la connivenza degli amministratori comunali fatti eleggere.

 

 

 

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