
SAN CIPRIANO D’AVERSA. Cinque anni di reclusione. È questa la pena inflitta a P.A., residente a San Cipriano d’Aversa, al termine del processo di primo grado che si è svolto dinanzi al collegio C della prima sezione penale del Tribunale di Napoli Nord. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di ripetuti maltrattamenti ai danni della propria consorte, vittima di una lunga serie di episodi di violenza domestica.
Il caso aveva avuto grande risonanza mediatica, soprattutto dopo l’episodio più grave, avvenuto nel febbraio scorso, quando l’imputato rincorse e assalì la moglie nel centro di Aversa, in pieno giorno, sotto lo sguardo attonito dei passanti. Un’aggressione che destò indignazione e rilanciò il dibattito sulla necessità di garantire maggiore protezione a chi subisce violenze tra le mura di casa.
Il processo si è articolato in quattro udienze intense e complesse. La difesa ha puntato a ridimensionare il quadro accusatorio. In particolare, i legali sono riusciti a ottenere l’esclusione dell’accusa di violenza sessuale, inizialmente contestata all’imputato ma poi ritenuta infondata dal collegio giudicante.
Nonostante l’archiviazione di questo capo d’imputazione, le prove acquisite durante il dibattimento sono risultate determinanti per confermare le accuse di maltrattamenti. I giudici hanno così condannato P.A. a cinque anni di carcere, valutando la gravità dei comportamenti emersi e il concreto rischio per l’incolumità della vittima.
Attualmente l’uomo resta detenuto in via cautelare, con la misura confermata anche dopo la sentenza. Il verdetto rappresenta solo il primo grado di giudizio: nei prossimi giorni, le parti potranno decidere se ricorrere in appello per chiedere una revisione della sentenza.