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Estorsione al politico, giornalista nega: “Soldi della pubblicità”. Spuntano dialoghi privati

Orta di Atella/Cesa. È stato interrogato in carcere Mario De Michele, giornalista e direttore di un portale d’informazione online con sede a Cesa, arrestato due giorni fa con l’accusa di estorsione aggravata ai danni di Angelo Brancaccio, ex sindaco di Orta di Atella.

Durante l’udienza di convalida tenutasi nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, De Michele ha deciso di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, Donata Di Sarno, accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Mario Griffo.

 

Nel corso del confronto con il giudice, il direttore ha negato con fermezza ogni addebito, dichiarando che la somma di cinquemila euro ricevuta in contanti non era frutto di un’estorsione ma il pagamento per un’attività di promozione commerciale. Secondo la versione dell’indagato, si trattava di un servizio pubblicitario volto a sponsorizzare strutture e servizi collegati a Brancaccio. Una consuetudine, ha spiegato, consolidata nel tempo: il sito da lui gestito – inizialmente noto come “Campania Notizie”, oggi ribattezzato “Italianotizie.online” – ha sempre offerto spazi redazionali e inserzioni pubblicitarie a pagamento.

 

Nonostante le spiegazioni, il gip ha confermato la misura cautelare, ritenendo credibile il quadro accusatorio delineato dalla Procura di Napoli Nord, nella persona del pm Maria Carmen Quaranta. Al centro dell’indagine c’è anche una denuncia presentata lo scorso aprile da Brancaccio, che ha raccontato di pressioni indebite, accennando persino alla minaccia di pubblicazione di contenuti delicati e conversazioni private che lo riguardavano.

 

Sotto osservazione da parte degli inquirenti ci sarebbero almeno un centinaio di articoli pubblicati sul sito di De Michele, molti dei quali legati alla figura di Brancaccio, con contenuti talvolta riferiti anche alla sfera personale. Un’esposizione mediatica particolarmente insistente che potrebbe aver alimentato tensioni tra i due, la cui conoscenza – a quanto emerge – risalirebbe a oltre dieci anni fa.

 

Durante l’interrogatorio, De Michele ha riferito di aver incontrato Brancaccio persino dopo la data in cui sarebbe avvenuto il pagamento contestato, circostanza che, secondo la difesa, contraddice l’ipotesi di estorsione. Tuttavia, resta aperto il nodo cruciale: la transazione è avvenuta in contanti, senza alcuna tracciabilità bancaria. Una modalità che, per la magistratura, solleva più di un dubbio sull’autenticità del rapporto professionale dichiarato.

 

Il legale di De Michele ha già presentato istanza al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento della misura cautelare. Va ricordato che il giornalista era già finito al centro delle cronache giudiziarie in passato per aver inscenato falsi attentati nei suoi confronti. E non si tratta della prima denuncia a suo carico da parte di un amministratore pubblico: già il sindaco di Parete, Gino Pellegrino, lo aveva accusato di pressioni e minacce dopo la fine di un rapporto pubblicitario con il portale.

 

Ora la parola passa al Riesame, che dovrà valutare la solidità delle accuse e la possibilità di un’eventuale revoca della detenzione. La vicenda, intanto, continua a sollevare interrogativi sul confine – sempre più sottile – tra informazione, opinione pubblica e rapporti economici nel mondo dell’editoria digitale locale.

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