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Giro di auto rubate, preso il figlio del boss. Si consegna l’amico

L’aggiornamento

CAPODRISE/MACERATA CAMPANIA/MARCIANISE. Nuova svolta in serata nell’inchiesta sulle auto sospette a seguito del blitz di ieri a Caturano. Si è consegnato alle forze dell’ordine il 45enne di Marcianise che era con Zarrillo e che è sfuggito all’operazione. E’ stato rilasciato e denunciato a piede libero: è difeso dell’avvocato Nicola Musone.

Il primo lancio

CAPODRISE/MACERATA CAMPANIA. Un’indagine sulle auto rubate e sui traffici illeciti di pezzi di ricambio nel cuore del casertano sta portando alla luce una rete sempre più articolata che coinvolgerebbe diversi giovani tra Marcianise, Capodrise e i comuni limitrofi. Le forze dell’ordine stanno monitorando da settimane spostamenti, contatti e scambi sospetti legati a veicoli di dubbia provenienza, in un contesto ambientale dove la criminalità cerca di mimetizzarsi dietro attività solo apparentemente lecite.

Tra i nomi finiti al centro dell’ultima operazione figura Giuseppe Zarrillo, figlio di Francesco Zarrillo, quest’ultimo noto alle cronache giudiziarie con il soprannome “Serocchia” come riferimento storico del clan Belforte e figura di spicco della camorra locale. Giuseppe, estraneo però a queste dinamiche, è stato arrestato e attualmente si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di ricettazione. È difeso dall’avvocato Massimo Trigari. 

IL BLITZ A CATURANO

Il blitz che ha portato all’arresto di Zarrillo si è consumato nel pomeriggio di ieri in un piazzale ubicato nella frazione di Caturano, nel territorio di Macerata Campania, al confine con Portico. Il deposito in questione ospitava diverse vetture, ma – è bene sottolinearlo – secondo le prime verifiche il piazzale risulterebbe estraneo all’indagine: si trattava solo di un’area di rimessaggio. Il vero obiettivo degli investigatori erano le attività che ruotavano intorno a una specifica vettura.

Agenti della polizia, in abiti civili, hanno fatto irruzione all’interno dell’area esterna con una manovra rapida e coordinata. Zarrillo è stato sorpreso insieme ad altri giovani mentre smontava il paraurti di un’auto, risultata successivamente rubata. Alla vista degli agenti, uno dei presenti – ritenuto l’effettivo venditore del pezzo – è riuscito a fuggire, facendo perdere le sue tracce. Al vaglio anche la posizione dell’amico che era con lui, un ragazzo di Marcianise.

LA VERSIONE DI ZARRILLO

Portato in questura a Napoli, dopo il fermo, Giuseppe Zarrillo avrebbe riferito di non essere a conoscenza del fatto che l’auto fosse di provenienza furtiva. Secondo la sua versione, dunque si trovava nel piazzale semplicemente per acquistare un ricambio per la propria vettura da un soggetto non identificato. Una compravendita privata, dunque, che si sarebbe trasformata in un guaio giudiziario a causa della natura dell’auto smontata.

Le autorità, al momento, non hanno proceduto con altri sequestri, se non con il fermo del veicolo rubato. Tuttavia, proseguono le indagini per identificare gli altri soggetti coinvolti nella vicenda e chiarire eventuali responsabilità più ampie. Si indaga anche sul circuito di approvvigionamento dei pezzi e sulla possibilità che l’area possa essere stata usata in altri momenti per attività simili.

UN FENOMENO PREOCCUPANTE

Il fenomeno delle auto rubate e rivendute a pezzi sta diventando sempre più diffuso nella provincia di Caserta, alimentato da un mercato parallelo che coinvolge anche ragazzi molto giovani, attratti dai guadagni facili e rapidi. Le indagini, coordinate dagli organi inquirenti, mirano a far emergere l’intero sistema, individuando i nodi della filiera illegale che parte dai furti e termina con la rivendita al dettaglio nei piazzali e nei depositi della zona.

Saranno le prossime ore, con gli approfondimenti investigativi in corso, a chiarire meglio i contorni della vicenda e le responsabilità individuali di altri soggetti. Resta ora da capire se dietro l’episodio si nasconda una semplice coincidenza o se rappresenti l’anello visibile di un meccanismo più profondo che unisce tanti rampolli di famiglie più o meno note tra Marcianise e Capodise.

 

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