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Lavori in autostrada, tangenti e formazione: 5 indagati

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE/PIEDIMONTE MATESE. Cinque persone sono finite nel mirino della Procura di Santa Maria Capua Vetere per un’indagine che punta a smascherare un presunto sistema di corruzione legato ad appalti per lavori lungo la tratta autostradale Napoli-Pompei-Salerno. Al centro dell’inchiesta ci sono presunte tangenti, attestati falsi e manovre illecite per pilotare le gare.

Le perquisizioni condotte dai carabinieri hanno interessato diverse figure: Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile Sis – ente che gestisce la tratta autostradale in questione – è accusato di aver incassato una mazzetta da 6.500 euro in più tranche. I presunti corruttori sarebbero gli imprenditori Antonio Giardino e Tommaso Mauriello.

Coinvolti anche Barbara Sposato, di Piedimonte Matese, e Giovanni Castiello: secondo gli investigatori, avrebbero prodotto certificazioni fittizie per attestare l’avvenuta formazione dei dipendenti delle ditte coinvolte, utilizzando anche firme di persone decedute. Tra i documenti falsi, figura anche quello relativo a un lavoratore infortunatosi ad aprile 2025, mai realmente formato.

Le accuse contestate spaziano dalla corruzione alla turbativa d’asta, fino al falso ideologico.

La denuncia e l’indagine

A far scattare l’inchiesta è stata la denuncia presentata nel luglio 2024 da Giorgio Grappasonni, dirigente del compartimento autostradale di Cassino. Grappasonni ha raccontato ai militari che Antonio Giardino, titolare della “La Gardenia srl”, gli avrebbe offerto una busta piena di banconote da 50 euro, nel tentativo di fermare le contestazioni già mosse per gravi irregolarità nei lavori da tre milioni affidati alla sua azienda. L’offerta è stata rifiutata, ma ha dato il via a un’intensa attività investigativa.

Le intercettazioni successive hanno rivelato l’esistenza di un sistema ben strutturato, attraverso cui Giardino e Mauriello – anche tramite la “MT Ecogroup srls” – sarebbero riusciti a ottenere appalti pubblici in diverse zone d’Italia, spesso con metodi illeciti o favorendo imprenditori compiacenti. In questo contesto, Antignani avrebbe avuto il ruolo chiave di “porta d’accesso” agli appalti in cambio di denaro e favori.

Le tangenti

Le consegne di denaro ad Antignani, secondo quanto emerso, sarebbero avvenute in tre date: 13 dicembre 2024 (3.500 euro), 21 febbraio 2025 (1.500 euro nascosti in un vaso di fiori) e 17 aprile (altri 1.500 euro). In cambio, anche alcuni lavoretti in casa e servizi di espurgo offerti gratuitamente da operai legati alle ditte coinvolte.

Nel marzo scorso, un altro episodio finito sotto la lente della magistratura riguarda l’appalto per la cura del verde sulla Napoli-Salerno. In questo caso, Giardino e Mauriello avrebbero offerto 15mila euro ad Antignani per ottenere in anticipo i dettagli delle offerte concorrenti, alterando così la regolarità della gara.

L’inchiesta è ancora in corso, ma i primi elementi già gettano luce su un sistema corrotto che, se confermato, potrebbe avere ramificazioni ben più ampie.

 

 

 

 

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