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Poliziotto penitenziaria in cella per droga e telefoni

TRENTOLA DUCENTA. Rimane dietro le sbarre il 53enne originario di Trentola Ducenta, sottufficiale del Corpo della Polizia Penitenziaria, arrestato in flagranza mentre tentava di introdurre all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere sostanze stupefacenti e telefoni destinati ai detenuti.

La decisione arriva dalla quarta sezione della Corte di Cassazione, con presidente Francesco Maria Ciampi, che ha respinto il ricorso avanzato dall’indagato contro il rigetto del Tribunale del Riesame di Napoli. Il giudice del riesame aveva già confermato la misura cautelare del carcere, disposta dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per i reati di detenzione ai fini di spaccio, corruzione e introduzione illegale di dispositivi telefonici in ambito carcerario.

Al centro della vicenda c’è il ruolo dell’agente all’interno della struttura penitenziaria, che – secondo quanto rilevato – gli avrebbe permesso con facilità di eludere i controlli, favorendo il passaggio di droga e apparecchiature elettroniche. Il rischio che tali comportamenti potessero ripetersi e l’impossibilità, al momento, di identificare eventuali complici esterni alla struttura hanno spinto i giudici a confermare la custodia cautelare in carcere.

L’indagine, ancora nella fase preliminare, ha portato alla luce un episodio particolarmente grave: l’uomo è stato fermato mentre cercava di entrare nel penitenziario con 19 telefoni cellulari, 20 alimentatori, cavi USB e circa 34 grammi di cocaina.

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