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Telefono proibito in cella, 5 indagati: c’è imprenditore

SANTA MARIA CAPUA VETERE/CASTEL VOLTURNO. Un’indagine della polizia penitenziaria, avviata dopo il ritrovamento di un telefono cellulare nascosto all’interno di una cella del reparto “Nilo” nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, porterà in aula cinque persone, chiamate a rispondere dell’uso illecito del dispositivo all’interno dell’istituto di pena. I fatti risalgono ai mesi di agosto e settembre del 2024.

Secondo quanto ricostruito, il telefono sarebbe stato utilizzato da alcuni detenuti per mantenere contatti con persone all’esterno, eludendo le rigide normative carcerarie che vietano in maniera assoluta l’uso di dispositivi di comunicazione non autorizzati.

Nel registro degli imputati figurano Giuseppe Cefaliello, 45 anni, con precedenti per droga, armi e falsificazione, e Guido Frascogna, 51 anni, già detenuto per reati legati al traffico di stupefacenti. Con loro anche l’imprenditore 56enne Giuseppe Laudadio e due cittadini di Castel Volturno: Ivan Amato, 29 anni, e Giovanni Visconti, 50. Tutti dovranno comparire in tribunale a partire dal prossimo novembre.

Va ricordato che, fino a sentenza definitiva, le cinque persone coinvolte godono della presunzione di innocenza.

Parallelamente, Giuseppe Laudadio risulta coinvolto in un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. A suo carico vi sono accuse pesanti, tra cui presunti rapporti con affiliati al clan Picca – articolazione del sodalizio camorristico dei Casalesi – per finalità estorsive. Tra i capi del clan emergono i nomi di Aldo Picca e Nicola Di Martino, quest’ultimo zio di Ellen Di Martino, consigliera comunale la cui elezione sarebbe stata favorita dal contesto familiare.

Laudadio dovrà inoltre difendersi dall’accusa di porto abusivo di arma da fuoco in luogo pubblico. Quanto a Guido Frascogna, è destinatario di ulteriori accertamenti giudiziari: su di lui pende un’altra indagine che coinvolge complessivamente dieci persone, per la quale la Procura ha già avanzato richiesta di custodia cautelare.

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