
MATESE. È arrivata la sentenza per Danilo Melillo, il 19enne responsabile dell’efferato delitto avvenuto a Gioia Sannitica il 14 febbraio dello scorso anno. La Corte d’Assise, presieduta da Marcella Suma con il giudice a latere Honore Dessi, ha stabilito una condanna a 14 anni di reclusione, riconoscendo il vizio parziale di mente e concedendo le attenuanti generiche. Il pubblico ministero Mariangela Condello aveva richiesto una pena di 16 anni.
Quel giorno si è trasformato in un incubo per la famiglia Melillo. Danilo, il più giovane dei fratelli, era solo in casa quando arrivò Alessio, il fratello maggiore di 24 anni. Non si conoscono ancora i dettagli che hanno innescato la sua furia, ma nel giro di pochi minuti Danilo ha aggredito mortalmente Alessio, lasciandolo senza vita sul pavimento dell’abitazione.
Poco dopo è rientrato Giovanni, 22 anni, il terzo fratello, che ha trovato il corpo di Alessio. Danilo ha reagito con nuova violenza, colpendolo al volto con un coltello. Nonostante la ferita profonda, Giovanni è riuscito a uscire dall’abitazione e a chiedere aiuto. Grazie al suo intervento tempestivo, sono stati allertati i soccorsi.
Gravemente ferito, Giovanni è stato trasferito d’urgenza all’ospedale di Piedimonte Matese e successivamente al Cardarelli di Napoli, a causa di una lesione maxillofacciale che gli impediva di parlare.
Dopo l’aggressione, Danilo si è dato alla fuga rifugiandosi nei boschi vicini. Le forze dell’ordine hanno avviato le ricerche e lo hanno trovato poco distante dal luogo del crimine. In stato di fermo, ha confessato quanto accaduto, dichiarando che alla base del gesto vi fossero attriti familiari mai risolti con il fratello maggiore. Durante le indagini è stata recuperata anche l’arma utilizzata: un coltello da cucina con lama lunga circa 25 centimetri.
Nel corso del procedimento penale, Danilo Melillo è stato difeso dagli avvocati Giuseppe Stellato e Danilo Riccio, mentre i familiari della vittima sono stati assistiti dall’avvocata Luisa Faiella. Con la sentenza di condanna, si chiude uno dei casi più drammatici che ha sconvolto la comunità del Matese.