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Picco di scabbia sulla penisola: ecco perchè la malattia è più resistente

scabbia sintomi

Purtroppo, in Italia, si sta assistendo a un preoccupante aumento di scabbia. Stando alle prima informazioni, anche se non c’è ancora un dato preciso e certo, le principali regioni colpite maggiormente sono il vicino Lazio e l’Emilia-Romagna.

I dati provengono da due lavori condotti da ricercatori italiani, il primo afferma che c’è stato un forte aumento di tali casi a Bologna in questi ultimi anni, affermando anche che le condizioni ambientali e sociali possono aver contribuito alla diffusione di tale malattia.

Il secondo invece riguarda la regione Lazio, e afferma che quando c’era il Covid, proprio agli inizi della pandemia, i casi di scabbia sono diminuiti moltissimo, salvo poi aumentare di nuovo negli anni successivi in maniera esponenziale.

Si sospetta che l’aumento sia dovuto ai focolai che si sono verificati nelle strutture durante il lockdown. Sempre i ricercatori e medici, avanzano l’ipotesi che i farmaci non hanno più lo stesso effetto contro tale malattia a causa di una “resistenza” contro i farmaci che si è sviluppata nel tempo. L’acaro in questione che dà origine a tale malattia, pare abbia “imparato” a neutralizzare i farmaci e il loro effetto come la permetrina, uno dei farmaci più comuni e utilizzato contro la scabbia.

Stando al Presidente SIDeMaSt Giuseppe Argenziano, le categorie più a rischio sono i giovani, soprattutto bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 anni e 18, anche perché frequentano scuole e palestre, luoghi dove c’è sempre una grande affluenza di persone. Oltre a loro anche gli anziani sono a rischio, soprattutto quelli che sono costretti a stare in strutture sanitarie, quindi a contatto con le persone e per finire i migranti e senzatetto, dato che sono costretti a vivere in condizioni igieniche disastrose.

La scabbia, si ricorda, essere una particolare infezione che colpisce principalmente la pelle, causata dallo Sarcoptes scabei, un acaro e si diffonde attraverso il diretto contatto tra le persone. I sintomi principali sono prurito intenso, eruzione cutanea che possono essere accompagnate da piccole vescicole.

Di solito si sviluppa in condizioni di povertà e scarsa igiene. E ad oggi, si registra che tale malattia abbia raggiunto un vero e proprio picco tra il 2020 e il 2023, periodo appunto del lockdown a causa dei focolai che si sono sviluppati soprattutto nelle strutture di lungodegenza.

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