SANTA MARIA CAPUA VETERE. La Procura mantiene la propria posizione sull’utilizzabilità delle intercettazioni nel processo che coinvolge 33 imputati, accusati di aver frodato l’Inps ottenendo pensioni di invalidità non dovute. I benefici sarebbero stati riconosciuti a soggetti che, secondo l’accusa, conducevano una vita del tutto normale.
Durante la scorsa udienza, il legale Renato Jappelli aveva contestato la legittimità degli atti investigativi condotti a partire dal 2016, sostenendo che non vi fosse stata la necessaria proroga delle indagini da parte del giudice per le indagini preliminari. Una tesi che, se accolta, potrebbe escludere dal fascicolo processuale una parte rilevante del materiale probatorio.
Oggi, però, la Procura ha replicato sostenendo che l’eccezione sollevata dalla difesa sia giunta troppo tardi, non essendo stata proposta nei tempi previsti. Il giudice Antonio Riccio ha rinviato ogni decisione al prossimo 1° luglio, quando si pronuncerà sulla questione.
Tra le persone finite sotto accusa figurano figure professionali di rilievo: l’avvocato Andrea Isernia, quattro medici, un funzionario dell’Inps e un dipendente del Comune di Caserta, Elpidio Santonastaso, accusato di aver fornito dati anagrafici utili alla presunta truffa. Secondo gli inquirenti, questi soggetti avrebbero avuto un ruolo centrale nell’organizzazione, assieme ai finti invalidi che, pur percependo la pensione, erano perfettamente autosufficienti.
A difendere gli imputati è un folto gruppo di avvocati, tra cui figurano Renato Jappelli, Gerardo Marrocco, Dezio Ferraro, Vincenzo Iorio, Paolo Falco, Pasquale Barbato, Magda Zerrillo, Vittorio Giaquinto, Pasquale Acconcia, Umberto Elia, Gianluca Giordano, Angelo Mele, Claudio Sgambato, Giuseppe Stellato, Giovanni Lavanga, Lorenzo Montecuollo, Nicola Di Benedetto, Orlando Sgambati, Federico Simoncelli e Angelo Raucci.
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