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Dopo l’America’s Cup, il sogno della grande spiaggia: il piano Capitale del Mare

 

REGIONALE. «In una città dove le estati si allungano e il caldo è sempre più insostenibile, non possiamo permetterci che il mare resti inaccessibile ai suoi cittadini». Così Luigi Carbone, consigliere comunale di Napoli, rilancia con forza la proposta di recuperare la grande spiaggia di Chiaia, scomparsa dall’orizzonte urbano e oggi sostituita da scogliere inospitali e lingue di sabbia insufficienti. Un’idea tutt’altro che utopistica: «Questo progetto esiste da oltre vent’anni. Era il 2001 quando l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco facente funzione Riccardo Marone, bandì un concorso di idee. A vincerlo furono due architetti di caratura internazionale: Leonardo Benevolo e Paride Caputi. Il loro piano prevedeva l’abolizione di via Caracciolo come barriera tra città e mare, e la restituzione dell’antica spiaggia alla città, in continuità con la Villa Comunale.»

Quella visione oggi ritorna, anche grazie al contributo dell’architetto Alessandro Lamanna, autore di un fotoinserimento che accese l’immaginario collettivo mostrando Napoli con una lunga spiaggia balneabile. «Fu proprio quella visione – spiega Carbone – a spingermi, anni fa, a riportare oltre due anni fa il tema all’interno dell’aula consiliare. Ora sono pronto a fare un passo in più: cercherò di stimolare il dibattito in città perché non possiamo arrenderci di fronte al NO della soprintendenza. Se troverò convergenza dall’opinione pubblica cercherò di trasformare questa suggestione in proposta portando la discussione in consiglio.»

 

Carbone non si limita alla denuncia: rilancia un confronto aperto anche con la Soprintendenza, che di recente ha bocciato le passerelle sugli scogli: «Se si vuole tutelare un assetto paesaggistico di appena un secolo, perché ignorare quello millenario che definiva l’identità stessa del quartiere Chiaia?» Il progetto Benevolo–Caputi – come dimostrano gli studi e le tavole d’epoca – non è un’utopia. È una modernizzazione dell’antico disegno, che restituisce al litorale la sua funzione storica, sociale e paesaggistica. «Le scogliere attuali – prosegue Carbone – impediscono la fruizione del mare. Una spiaggia, al contrario, proteggerebbe la costa e restituirebbe bellezza, accessibilità e dignità urbana.»
Con l’occasione offerta dai grandi eventi internazionali e dai fondi in arrivo, Carbone rilancia un’idea di città capace di non farsi servire dai grandi eventi ma servirsi dei grandi eventi per trasformarsi in meglio, come accaduto per Valencia grazie all’America’s Cup o per Barcellona.
A sostegno di questa visione è nata anche una petizione popolare, lanciata su Change.org da cittadini e attivisti, per chiedere il ripristino della spiaggia di Chiaia e riaffermare il diritto dei napoletani al proprio mare. In pochi giorni ha già raccolto numerose adesioni, segno di un desiderio diffuso e concreto di cambiamento. Il link per aderire è il seguente: https://www.change.org/p/ripristiniamo-la-spiaggia-di-chiaia
«Napoli è una capitale del mare. Ma non lo sarà mai davvero se i suoi abitanti non possono viverlo. Questo è il momento per avere coraggio, e dire al mondo che le cose qui si possono fare. A partire dal mare.»

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