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Dirigente dell’Ufficio Tecnico del comune sospeso dal Viminale

Caserta. Il Viminale, su proposta della prefetta Lucia Volpe, dopo le due segnalazioni da parte della Prefettura e della commissione d’indagine inviate a Piantedosi che hanno fatto si che il comune di Caserta si sciogliesse per infiltrazioni camorristiche, ha deciso di sospendere dal servizio per sei mesi, l’ingegnere Francesco Biondi, Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Caserta.

 

Provvedimento che è stato notificato al responsabile del III Settore del Comune. Dopo tale provvedimento, le deleghe che sono ancora detenute dal dirigente, saranno ridistribuite tra il segretario comunale e gli altri dirigenti mentre si attenderà l’arrivo di personale di supporto.

In molte relazioni che sono state inviate a Piantedosi, il nome dell’ingegnere viene nominato più volte. Relazioni che hanno determinato lo scioglimento del Comune, deciso dal Consiglio dei Ministri il 18 aprile.

Per 18 mesi, a guidare l’ente saranno Antonella Scolamiero, Daniela Caruso e Agostino Anatriello.

Piantedosi, parlando di Biondi, ha scritto che: “dato i numerosi incarichi dirigenziali nei settori strategici dell’ente che gli sono stati conferiti, Biondi si è ritrovato a gestire per molto tempo il destino dell’ente ponendo in essere tutti quei comportamenti antigiuridici descritti dalla commissione di accesso e che hanno di sicuro determinato una deviazione dell’azione amministrativa con l’avvallo o quantomeno la soggiacente compiacenza degli amministratori”.
Al momento, Francesco Biondi, si trova sotto processo per le infiltrazioni del clan dei Casalesi nella costruzione del parcheggio di Via San Carlo e oltre a ciò è coinvolto nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex assessore Massimiliano Marzo per corruzione e per l’indagine sugli appalti nel verde pubblico.
Nonostante i vari procedimenti giudiziari a carico di Biondi, quest’ultimo era sempre nei settori più importanti dell’Ente.
Situazione che ha spinto Piantedosi a puntare il dito contro l’ex sindaco Marino e lo accusa che “non solo ha omesso le proprie funzioni di controllo e vigilanza ma nonostante i diversi rinvii a giudizio nei confronti di Biondi, non ha proceduto a  trasferire il suddetto ad un altro ufficio o comunque non ha mai voluto adottare altre misure di prevenzione”.
Il Ministro continua affermando che “L’ex primo cittadino, invece di rimuovere il dirigente ha continuato ad assegnargli incarichi dirigenziali importanti, spesso anche in settori estranei alle proprie competenze professionali che ben potevano essere attribuiti ad altri, come ad esempio al segretario generale”. 

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