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Resta ferito durante festa scudetto, familiari picchiano l’infermiere

AVERSA. Un episodio di violenza ha avuto luogo sabato sera presso l’ospedale Giuseppe Moscati di Aversa: un infermiere in servizio nel reparto di Chirurgia è stato aggredito fisicamente.

Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, alcuni parenti di un giovane paziente – arrivato al nosocomio dopo essere rimasto ferito in una rissa scoppiata nell’hinterland napoletano durante i festeggiamenti per il titolo vinto dal Napoli – avrebbero perso il controllo. Convinti che l’operatore sanitario stesse ostacolando il loro accesso alla stanza del congiunto, in seguito all’uscita temporanea della madre del ragazzo, avrebbero reagito con violenza. Dopo aver bussato con insistenza alla porta del reparto e ignorato i richiami al rispetto delle regole, i familiari sono passati all’aggressione fisica.

A commentare l’accaduto è stato il movimento politico “Forza Aversa”, che ha diffuso una nota ufficiale in cui si legge: “Siamo profondamente turbati dall’ennesima aggressione ai danni di chi svolge con dedizione il proprio lavoro nell’ospedale Moscati, in particolare nel reparto di Chirurgia. Da tempo chiediamo all’amministrazione locale un intervento deciso per migliorare la sicurezza all’interno della struttura. È necessario – prosegue la nota – che il Sindaco o chi è delegato ai rapporti con l’Asl si attivi immediatamente per avviare un confronto con la direzione sanitaria dell’ospedale, finalizzato a rafforzare i controlli, regolamentare l’accesso dei visitatori e potenziare l’organico con nuovi medici e infermieri, sia a livello operativo che dirigenziale.”

“Forza Aversa” ha inoltre espresso la propria vicinanza all’infermiere coinvolto, estendendo la solidarietà a tutto il personale sanitario dell’ospedale: “Siamo al fianco di tutti i lavoratori che, ogni giorno, prestano servizio in condizioni difficili e senza adeguate misure di protezione. Siamo pronti a sostenere ogni forma di mobilitazione o iniziativa volta a sensibilizzare l’Asl Caserta e le istituzioni locali, che troppo spesso rimangono spettatori inerti davanti alle continue violazioni dei diritti di chi lavora in uno degli ospedali più frequentati della regione.”

 

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